
Nella Giornata indetta dall’ONU per il ricordo delle vittime della strada, siamo purtroppo a dover fare la cronaca di un nuovo fine settimana di sangue. A Milano, un Mercedes Classe G Brabus guidato da un ventenne senza patente si è schiantato contro una Opel Corsa: quattro giovani feriti, due a bordo del fuoristrada tedesco in gravissime condizioni. In Basilicata, a Ripacandida, è morto Vincenzo Bochicchio, 22 anni, nello scontro tra due auto. E in Sicilia, a Montevago, ha perso la vita Carlo Pendola, 16 anni, caduto dalla moto nonostante indossasse il casco.
Tre episodi in poche ore, diversi tra loro ma uniti da un filo comune: comportamenti irresponsabili e un dramma che colpisce soprattutto i più giovani.
Durante l’Angelus, Papa Leone XIV ha rivolto un appello:
«Ricordiamo tutti coloro che sono morti in incidenti stradali, causati troppo spesso da comportamenti irresponsabili. Ognuno faccia su questo un esame di coscienza».
Dichiarazioni che trovano immediata continuità nelle parole dell’Automobile Club d’Italia, che in occasione di questa giornata rilancia la necessità di una mobilità più sicura.
Nel primo semestre 2025, secondo le stime ACI-ISTAT, in Italia si sono registrati 82.344 incidenti, 111.090 feriti e 1.310 vittime: una media di oltre 7 morti al giorno. Dati in leggero calo rispetto al 2024, ma ancora troppo elevati per non richiedere misure più incisive.
A sottolinearlo è Tullio Del Sette, Commissario Straordinario dell’Automobile Club d’Italia, che indica nella formazione il cardine della prevenzione:
«La strada è un ambiente da condividere responsabilmente e la formazione è il primo strumento per la sicurezza. Nel suo mandato istituzionale, da sempre ACI è promotore di educazione stradale: nelle scuole, nelle autoscuole e nei centri di guida sicura. Proprio i corsi di guida sicura dovrebbero diventare obbligatori per i neopatentati, come già avviene in altri Paesi europei che hanno drasticamente ridotto gli incidenti che coinvolgono i più giovani».
Il tema della formazione emerge dunque come leva primaria per incidere sul comportamento degli utenti più esposti.
Alla stessa direzione punta il contributo del Sub Commissario ACI, Giovanni Battista Tombolato, che richiama l’importanza di un approccio globale:
«Grazie anche alla sinergia istituzionale tra ACI e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti negli ultimi anni si è registrata una riduzione degli incidenti e delle vittime sulle strade italiane, ma c’è ancora tanto da fare. Servono azioni di sensibilizzazione a 360 gradi per automobilisti, motociclisti, camionisti, ciclisti, pedoni e più in generale chiunque si muova in strada, chiamato al rispetto continuo delle regole».
Chiude la riflessione Geronimo La Russa, Presidente eletto dell’ACI, che lega la ricorrenza al valore universale della sicurezza:
«Nel ricordo delle vittime della strada oggi tutti insieme nel mondo ribadiamo il valore della sicurezza: diritto universale ed elemento imprescindibile per la mobilità responsabile e sostenibile. Troppe volte l’incidente non è una fatalità imprevedibile, ma la conseguenza di scelte ed azioni sbagliate. Lo sottolinea con forza l’ultima campagna di educazione stradale dell’ACI: la sicurezza dipende da noi. Non dimentichiamolo mai quando siamo al volante, nemmeno per i pochi secondi di un sms o di una telefonata».
L’ACI rimette quindi al centro la necessità di rafforzare la cultura della prevenzione: educazione nelle scuole, attenzione nelle autoscuole, obbligatorietà della guida sicura per i giovani, responsabilità individuale, ma anche infrastrutture adeguate e sensibilizzazione capillare.
La Giornata ONU non è solo un momento di commemorazione ma un appuntamento che invita a trasformare ogni comportamento corretto in un atto di tutela propria e altrui. Un impegno che, come ricorda l’ACI, ogni giorno può fare la differenza tra la vita e la morte.
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