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Una settimana con la nuova Omoda 5 Shs-H

di Redazione - 07/11/2025

Testo e foto di Carlo di Giusto

Preparatevi a rottamare i pregiudizi, se siete tra quei pochi che ne hanno ancora: vi stiamo dando un’ottima occasione per aggiornare il software e scoprire un mondo di tecnologia creativa, efficiente e sorprendentemente conveniente. Servirà solo un po’ di apertura mentale e pochi minuti del vostro tempo, quelli che riassumono la nostra settimana al volante della Omoda 5 Shs-H Premium, una suv d’Oriente, per l’appunto.

Di solito, il prezzo è quel genere d’informazione che arriva alla fine, ma questa volta ve lo vogliamo dire subito, perché ogni giudizio, ogni commento, ogni considerazione dovrebbe essere correlata a quel numero lì: è un elemento che stiamo tenendo a mente dal primo giorno e che, scopriremo, non servirà a giustificare eventuali zone d’ombra, ma piuttosto ad amplificare le luci. Dunque, ecco cosa potete comprare per 31.500 euro, riferendoci, naturalmente, dell’allestimento più completo, Premium di nome e di fatto.

Come funziona il sistema ibrido di Omoda 5

Una settimana forse non basta per scoprire o anche solo usare davvero tutte le funzioni, gli accessori e le comodità della Omoda 5 full hybrid. Di sicuro, però, una settimana non è bastata per far fuori un pieno di benzina, nonostante impegni, appuntamenti, gite fuori porta e tutto il resto della normale amministrazione quotidiana. E già questo – detto da uno che macina trentamila chilometri l’anno – la dice lunga sull’efficienza di questa suv ibrida.

Tecnicamente si tratta di un sistema ibrido in serie-parallelo, ma sappiamo bene che detto così non ti aiuta un granché a capire. La spiega è necessaria: un sistema ibrido in serie-parallelo combina i vantaggi dei due schemi principali di ibrido: quello in serie, dove il motore termico genera solo energia elettrica, e quello in parallelo, dove il motore termico e quello elettrico possono muovere insieme le ruote. In pratica, è un sistema “intelligente” che sceglie da solo come funzionare in base alle condizioni di guida, cercando sempre l’efficienza migliore. E, aggiungiamo, senza la necessità di ricaricare la batteria come sulle plug-in.

Si comanda tutto dal display

Ora, senza annoiarvi con numeri, sigle, unità di misura e altre fissazioni da ingegnere, tutta la parte tecnica ve la potete anche dimenticare. Anzi, è la stessa Omoda 5 Shs-H a indurre a farlo, perché l’unica cosa che quest’auto non chiede è di cambiare le proprie abitudini, al netto di familiarizzare un po’ con l’infotainment, gli adas e quel mondo lì che accomuna un po’ tutte le auto nuove.

Vero è che noi siamo un po’ abituati a navigare tra menù e funzioni, ma non c’è voluto molto a capire che ai comandi della climatizzazione si accede rapidamente facendo swipe verso l’alto sul monitor centrale: da lì si può controllare la temperatura (ma occorre impostarla due o tre gradi in più rispetto a quanto si desidera), la portata, la direzione dei flussi o lasciare tutto in automatico, accendere il volante riscaldabile e il riscaldamento o la ventilazione dei sedili anteriori.

Comfort assoluto

Pensate, tutto di serie per 31.500 euro… Il comfort, nell’accezione più ampia del termine, è uno dei motivi per cui quest’auto ci è piaciuta: è silenziosa anche con il motore termico in moto, come in autostrada o al mattino, appena accesa quando ricarica la batteria. Vi vizierà, quello sì: l’Omoda 5 non chiede nemmeno lo sforzo di aprire o chiudere le serrature: sei siete pigri, è la vostra macchina! Anche le sospensioni lavorano bene, non fanno rumori strani quando si passa sulle buche o su altri ostacoli e, tuttalpiù, hanno una risposta un po’ secca sulle asperità brevi, nella prima fase di compressione.

Lo sterzo è leggerissimo, la si potrebbe guidare con un dito, il ché, per gente sofisticata come noi, non è il massimo per via del feedback poco dettagliato (in altre parole, non si percepisce tantissimo il contatto tra ruota e strada), ma per chi usa l’auto per muoversi va benissimo anche così: in fondo, in città, non è che ci sia bisogno di tutta ’sta sensibilità. Anzi, questa leggerezza si sposa bene con la fluidità della propulsione elettrica e della trasmissione, che fa a meno del cambio tradizionale (meglio, meno parti in movimento, meno manutenzione, meno spese).

In autostrada tira fuori i muscoli

In autostrada, qualche giorno dopo, scopriamo di essere un po’ in ritardo. Comunque, è una bella occasione per premere il tasto “mode” e passare in modalità Sport. Normalmente, sono funzioni che fanno ridere, per non dire altro. Sulla Omoda 5 Shs-H, invece, la risposta dell’acceleratore cambia tanto, come se liberasse tutto il potenziale del powertrain. Già in Eco, la 5 aveva dato la sensazione di essere tutt’altro che letargica, figuratevi in Sport: diventa rapidissima, anche più del necessario e siamo sicuri che l’apprezzereste.

Maratoneta

Gli adas funzionano abbastanza bene, anche se il mantenimento della corsia non tiene la vettura perfettamente centrata nello spazio di marcia, ma in compenso sono poco invasivi, anche acusticamente. Intanto, il numerino “della sofferenza” – cioè l’indicatore del consumo medio tarato per misurare gli ultimi 50 km – resta sempre su valori bassissimi: sul display si legge 4,3 litri per 100 km quando si va piano o 6,2 se si spinge.

L’autonomia è da diesel: quasi 900 km con un pieno, che sono 50 litri scarsi di “verde”, naturalmente senza rischiare di arrivare al distributore sul carro attrezzi per esaurimento del carburante (il serbatoio è da 51 litri). Il che vuol dire una cosa sola: gite fuori porta più lontano e weekend senza paura di finire il budget, trasferte leggerissime e conti a posto a fine mese. Così c’è spazio anche per un mazzo di fiori, che mette tutti di buon umore.

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