
Testo di Maurizio Bertera
La velocità è una delle componenti fondamentali del parco auto dei Carabinieri: da pochi giorni, c’è stata una bella accelerata perché nella flotta sono entrate due vetture sportive dalle elevate prestazioni. Una Maserati MC Pura e un’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio sono state allestite con livree complete, sirene e tutto il necessario per poter essere impiegate nel trasporto urgente di organi e sangue, lo scopo solitamente affidato alle supercar in divisa.
MC Pura è la prima Maserati della storia a essere stata affidata ai Carabinieri: è l’erede della MC20, al vertice dell’offerta della casa del Tridente prodotta presso lo stabilimento di Modena. A muoverla è il celebre V6 Nettuno, capace di sprigionare una potenza massima di 630 cv, espressa a 7.500 giri, e una coppia di 720 Nm.

Sul piano delle prestazioni, il costruttore dichiara un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,9 secondi e una velocità massima superiore ai 320 km/h. Il tutto a fronte di un peso contenuto, che nel caso della versione coupé non supera i 1.400 kg anche perché la vettura è interamente realizzata attorno a una monoscocca in fibra di carbonio.
Non così potente ma altrettanto ‘tosta’ è la Giulia Quadrifoglio. Già nel 2016 ne erano state consegnate due unità all’Arma, tuttora in utilizzo, a cui adesso se ne affianca appunto un secondo lotto appartenente alla nuova serie, sottoposta a restyling nel 2023.

La Giulia Quadrifoglio va ad aumentare il numero delle auto della Casa di Arese utilizzate dall’Arma sulle strade. La prima fu la 1900-M (la “Matta”, come passò alla storia), della quale nel 1953 vengono assegnate 120 unità, con molta probabilità alle sole Legioni di Cagliari, Torino, Firenze, Roma e Milano, tutte in colorazione verde kaki. Ma è la Giulia, dal 1963 al 1968, a portare a compimento il progetto del Comando Generale, coniugando prestazioni eccellenti e doti di affidabilità, indispensabili per i compiti dei nascenti “Nucleo Radiomobile”.
Le Giulia dei Carabinieri erano del modello “TI”, con motore da 1.570 cc e 92 cv, cambio a 5 marce e una velocità massima di 175 km/h. Nel 1965 entra in scena la Giulia Super con motore da 98 cv. Sommando le due versioni, Alfa Romeo ne fornì almeno 3.500 alla Benemerita: erano verde kaki; per il blu che tutti conosciamo bisognerà ancora aspettare qualche anno.

Bisogna attendere la mitica Alfetta per vedere l’elegante livrea blu con scritta bianca. Alcune Giulia ancora abili e arruolabili, pare, furono addirittura riverniciate. Siamo nel 1972: le caratteristiche dinamiche e le prestazioni dell’Alfetta – equipaggiata con i propulsori da 1.6, 1.8 e 2 litri – conquisteranno gli equipaggi.
L’Alfetta introduce il doppio lampeggiatore sul tetto, una scelta nata per rendere l’auto visibile anche da lontano. Ne circoleranno circa 2 mila sulle strade italiane, talvolta come auto civetta con colori diversi. Curiosità: era l’auto dei Carabinieri, ma anche quella preferita dai malviventi, e costava oltre due milioni di lire, quando una Fiat 500 si aggirava sulle 600 mila lire.

Poi è stato il turno delle Alfa contrassegnate dai numeri. Dopo l’Alfetta arrivano l’ammiraglia 90 e la velocissima 75, che con il 1.8 tocca i 190 km/h di velocità massima. All’inizio degli anni ’90 è il turno dell’Alfa Romeo 155 1.8 Twin Spark, che costringe i militari ad adattarsi per la prima volta alla trazione anteriore. Nello stesso periodo arriva la 156, prima a essere allestita in maniera specifica per l’Arma: introduce il divisorio tra posti anteriori e posteriori e il logo con la gazzella sulla portiera. Ne furono fornite 2 mila unità.

Anche la 159, debutto nel 2006, segna un punto di svolta: è la prima “gazzella” turbodiesel della storia, con il 2.4 JTDM 20v da 200 Cv, capace di 228 km/h.
Nel periodo dal 2010 a oggi, tre modelli del Biscione hanno adottato la livrea dei Carabinieri. La prima è Giulietta, dapprima con pochi esemplari dotati di cambio manuale, poi in versione automatica, equipaggiata sia con l’1.6 che con il 2.0 diesel. Nel 2021, Giulia segna il ritorno al “carburante nobile” con la versione Radiomobile 2.0 turbo benzina da 200 cv e cambio automatico a 8 rapporti. L’allestimento delle 1.779 vetture è sviluppato secondo le richieste dell’Arma.

Nel parco dei Carabinieri, non manca il suv Tonale, dal giugno 2023: un passaggio importante, perché la versione scelta – la 1.5 da 163 cv – è la prima ibrida (a benzina) adottata dall’Arma.
Tornando alla Giulia Quadrifoglio, la nuova versione 2024 adotta una taratura inedita degli ammortizzatori, mantenendo lo schema anteriore a doppio braccio oscillante e posteriore multilink (Alfalink) a quattro bracci. Il suo motore V6 da 2.9 litri eroga 520 cv e 600 Nm di coppia, scaricati sull’asse posteriore attraverso un differenziale autobloccante meccanico: una combinazione di potenza e precisione perfetta per i compiti speciali dell’Arma.
A chiudere questo lungo percorso fatto di Alfa Romeo, c’è una “parentesi” affascinante: la Lotus Evora, consegnata ai Carabinieri nel 2011 per il servizio di trasporto organi.
Spinta da un motore V6 3.5 sovralimentato da 350 cv, la Evora S unisce compattezza, leggerezza e potenza in una combinazione perfetta per gli interventi più rapidi. L’esemplare destinato all’Arma è stato appositamente modificato: dietro i sedili anteriori trovava posto un vano refrigerato per il trasporto urgente di organi e sangue, insieme a un kit medico di primo intervento. Completano l’allestimento i lampeggianti aerodinamici a led e il sistema di comunicazione con comandi vocali EVA.

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