
Testo di Mattia Eccheli
Non solo camuffate. Le auto che i costruttori impiegano per i test sono talvolta anche facilmente riconoscibili. Quella pizzicata nei pressi del lago di Garda, a Nago, in Trentino, ad esempio, è una Bmw X5 ad alimentazione convenzionale che gli ingegneri della casa dell’Elica stanno utilizzando per lo studio dei veicoli connessi. Come rivelano gli stessi adesivi che si trovano sulle fiancate e sul posteriore del Suv.
Difficile stabilire quali siano i software, le tecnologie o i sensori oggetto della sperimentazione. Anche perché il costruttore tedesco dispone già di un’omologazione per la guida autonoma di livello 3, almeno in Germania e a determinate condizioni. Sulla Serie 7 il sistema, il Personal Pilot L3, si può avere al costo di circa 6.000 euro e consente di non tenere né le mani sul volante né gli occhi sulla strada per qualche tempo in autostrada o nelle arterie lungo le quali si viaggia in careggiate separate e a non più di 60 orari. La casa automobilistica sta lavorando affinché in un futuro molto prossimo, la funzione venga resa disponibile in tutta Europa, sempre con l’obbligo da parte del conducente di essere in grado di assumere immediatamente il controllo dell’auto in caso di problemi.
Nel futuro della mobilità, la connettività dei veicoli riguarderà non soltanto il “dialogo” con il cloud (dove vengono memorizzati ed elaborati miliardi di dati) e con la rete, ma anche e soprattutto con gli altri veicoli e le infrastrutture, determinanti per una guida autonoma a “incidenti zero”.

La Bmw X5 Connected Test Vehicle pizzicata nei pressi del lago è equipaggiata con ulteriori dispositivi. Due si trovano sotto i retrovisori esterni e altrettanti ai lati della parte superiore dei paraurti anteriore e posteriore. La macchina è senza logo e anche sotto lo spazio dove si trova generalmente l’Elica è stato inserito un’altra apparecchiatura. Bmw sta portando avanti uno specifico programma di ricerca e sviluppo sulle auto connesse dal 2017 assieme a partner come Intel e Mobileye. Oltre che sui propri circuiti di prova, i test vengono condotti anche su strade aperte (come negli Stati Uniti, del resto) tra le altre cose per affinare le funzioni di guida autonoma oltre che i sistemi di “comunicazione”. Piuttosto, è interessante che il costruttore impieghi un veicolo convenzionale anziché un modello come la iX3, il Suv elettrico basato sull’avanzatissima architettura Neue Klasse. O forse lo sta facendo, ma non è stato ancora intercettato in Italia. O dalla nostra testata.

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