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L’Autopilot Tesla non rispetta il Codice della strada

di Emiliano Ragoni - 17/10/2025

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia federale statunitense per la sicurezza stradale, ha avviato un’indagine su 2,9 milioni di Tesla equipaggiate con il sistema di guida assistita Full Self-Driving (FSD). Si tratta della versione più avanzata dell’Autopilot.

L’Autopilot non rispetta il codice della strada

Secondo le autorità americane, il software avrebbe indotto comportamenti pericolosi e contrari al codice della strada, tra cui il passaggio con semaforo rosso e cambi di corsia in senso opposto di marcia.

L’inchiesta, partita dopo oltre cinquanta segnalazioni, comprende 14 incidenti e 23 feriti. In alcuni casi, le Tesla coinvolte hanno attraversato incroci con il rosso e provocato collisioni con altri veicoli. La NHTSA ha chiarito che si tratta di una valutazione preliminare, ma non esclude un richiamo ufficiale se emergeranno rischi per la sicurezza pubblica.
La Tesla, che nel frattempo ha diffuso un aggiornamento del software FSD, non ha rilasciato commenti.

Tra assistenza e automazione

Il sistema FSD, la versione più avanzata dell’Autopilot, consente alla vettura di gestire sterzo, acceleratore e frenata, pur richiedendo la costante supervisione da parte del conducente. La Tesla lo definisce “una tecnologia che può guidare quasi ovunque con minima assistenza”, ma non si tratta di un sistema di guida autonoma completa, né tantomeno è conforme al livello 3 della normativa di riferimento.

Il caso riapre un tema centrale nel dibattito sulla sicurezza dei veicoli automatizzati e sulla effettiva percezione da parte del conducente.

La Reuters riporta il commento di Oliver Carsten, professore di Sicurezza dei Trasporti all’Università di Leeds: “stiamo assistendo a un aumento di tecnologie che confondono i confini tra assistenza e autonomia. Se l’auto compie da sola molte manovre, l’automobilista tende a fidarsi troppo e a distrarsi, con conseguenze potenzialmente drammatiche.”

L’Europa guarda e riflette

Il caso americano ha allarmato anche l’European Transport Safety Council (ETSC), il principale organismo indipendente per la sicurezza dei trasporti in Europa. L’ETSC ha chiesto alla Commissione Europea e agli Stati membri di istituire un’agenzia indipendente dell’Unione Europea, dotata di poteri investigativi e di intervento alla stregua di quelli detenuta dalla NHTSA.

L’obiettivo è quello di monitorare e valutare in modo imparziale la sicurezza dei sistemi di guida assistita di livello 2, sempre più diffusi in Europa ma privi di un controllo centralizzato.

Attualmente, infatti, nessun ente europeo è autorizzato a indagare su incidenti che coinvolgano queste tecnologie o a imporre misure correttive ai costruttori.

“L’indagine su Tesla deve essere un campanello d’allarme per l’Europa – avverte Carsten, anche consulente ETSC per l’automazione presso le Nazioni Unite (UNECE).

“Prima di ampliare le funzioni di questi sistemi, servono prove indipendenti della loro sicurezza e della piena consapevolezza dei conducenti dei loro limiti. Altrimenti rischiamo di ripetere gli errori che gli Stati Uniti stanno ora cercando di correggere.”

I livelli di guida autonoma

Stop ai test automatici in città

Nel frattempo, l’ETSC chiede uno stop immediato nei lavori normativi in corso presso l’UNECE, che sta valutando la possibilità di consentire ai veicoli di effettuare manovre autonome in ambito urbano, come la partenza automatica ai semafori.

Una scelta che, secondo gli esperti, dovrebbe essere rinviata fino a quando non saranno disponibili dati indipendenti e verificabili sulle prestazioni reali dei sistemi.

Le normative UNECE, una volta approvate, diventano vincolanti in tutta l’Unione Europea, nel Regno Unito e in altri mercati globali, anche se non valgono per gli Stati Uniti.

Una questione di fiducia

Per l’ETSC, la mancanza di un’autorità di vigilanza europea rappresenta una grave lacuna proprio nel momento in cui i costruttori accelerano sulla transizione digitale e automatizzata.

L’auspicio è quello di una struttura simile alla EASA (l’agenzia europea per la sicurezza aerea), capace di svolgere indagini, pubblicare report indipendenti e, se necessario, imporre aggiornamenti obbligatori o ritiri dal mercato.

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