
Testo di Mattia Eccheli
Torna l’incubo della carenza di semiconduttori che aveva accompagnato per lunghi mesi il comparto dell’Automotive nel periodo post Covid. Perfino l’ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori europei di veicoli, ha fatto sentire la propria voce.
L’associazione è intervenuta dopo la decisione del governo dei Paesi Bassi di nazionalizzare Nexperia. Stiamo parlando del produttore olandese di proprietà cinese che aveva chiuso il primo semestre dell’anno con un giro d’affari in crescita dell’11%, attorno ai 0,95 miliardi di euro.
Il provvedimento dell’esecutivo de l’Aia è la conferma della difficilissima congiuntura commerciale a livello globale perché fa riferimento ad una legge, finora mai utilizzata, varata ai tempi della Guerra Fredda che riguarda la “disponibilità delle merci”.
La reazione cinese è stata il divieto di esportazioni di microprocessori. La Nexperia – nata da una costola della multinazionale olandese Philips, ragione per la quale i Paesi Bassi ha fatto appello al dispositivo del 1952 – fa parte del gruppo Wingtech Technology, il cui quartier generale si trova a Jiaxing e la cui proprietà è in parte pubblica. Nexperia, la cui sede è a Nimega, è stata rilevata dal colosso della Repubblica Popolare nel 2018. Un tribunale di Amsterdam ha disposto la sospensione dell’amministratore della Nexperia, Zhang Xuezheng, per “fondati dubbi sulla sana governance aziendale”.
La Wingtech Technology è già al centro di una delle dispute tra Cina e Stati Uniti. Dallo scorso dicembre la multinazionale (in Europa ha un sito anche in Germania e nel Regno Unito) è su una “lista nera” stilata a Washington. L’azienda viene ritenuta tra quelle che ledono sia la sicurezza nazionale sia gli interessi americani in politica estera.
Pechino ha già chiesto a “certi paesi” di attenersi ai principi del libero mercato, evitando di politicizzare il commercio e parlando di “banditismo economico”. In una nota, disponibile anche sul sito ufficiale dell’organizzazione, l’ACEA si dice “profondamente preoccupata per le potenziali significative turbolenze per la produzione di veicoli in Europa qualora l’interruzione delle forniture di semiconduttori Nexperia non possa venire risolta immediatamente”.
Nexperia ha già informato le case clienti che si sono verificate condizioni per le quali “non è più in grado di garantire la consegna dei microprocessori alla filiera”. L’allarme lanciato dal “sindacato” dei costruttori è di quelli significativi: “Senza questi semiconduttori, i fornitori dell’industria automobilistica europea non possono produrre le parti e i componenti necessari per rifornire le case automobilistiche, con il rischio di interruzioni della produzione”.
Le scorte di Nexperia dovrebbero durare poche settimane, mentre – sottolinea l’ACEA – l’omologazione di componenti forniti da altre aziende rischia di durare mesi. Sigrid de Vries, la direttrice generale dell’organismo, ha evidenziato come le case automobilistiche, già “scottate” dall’ultima crisi, abbiano diversificato le catene di approvvigionamento. Viene anche ribadito che i rischi non possono venire annullati.
“È un problema intersettoriale che riguarda un gran numero di fornitori e praticamente tutti i nostri membri – ha concluso – Improvvisamente ci troviamo in questa situazione allarmante. Abbiamo bisogno di soluzioni rapide e pragmatiche da parte di tutti i paesi coinvolti. Nei giorni scorsi la Cina aveva anche ufficializzato un nuovo “giro di vite” sulle esportazioni delle terre rare, indispensabili nella produzione di motori e batterie di veicoli elettrici.
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