
3.030 vittime nel solo 2024: un dato allarmante che racconta una tragedia quotidiana. Tra queste, 830 motociclisti, 470 pedoni e 185 ciclisti. E come abbiamo visto in questo articolo, i primi mesi del 2025 confermano purtroppo il trend negativo. Milano e la Lombardia restano maglia nera per incidentalità, ma sarebbe un errore pensare che il problema sia solo milanese.
Durante il talk “Strade pericolose, cresce l’emergenza. Le regole per pedoni, ciclisti e per chi utilizza i monopattini”, organizzato nell’ambito del Forum Automotive 2025, è emersa la necessità di un cambio di paradigma: serve una nuova cultura della sicurezza stradale.
“Milano non è l’Italia”, spiegano gli esperti. “Ma l’attenzione mediatica tende a concentrarsi esclusivamente sul capoluogo lombardo, oscurando fenomeni simili in molte altre realtà urbane e suburbane”. I numeri lo confermano: nella provincia di Milano il numero di ciclisti morti è aumentato del 36,4% (15 vittime).
Il Codice della Strada esiste, ma viene sistematicamente ignorato. Soprattutto nelle città, dove la convivenza tra auto, pedoni, biciclette e mezzi di micromobilità è sempre più tesa. “Costruiamo ciclabili dove non c’è spazio – si è detto nel talk – mentre manca un’educazione stradale di base per tutti: pedoni, ciclisti, rider e automobilisti”.

I monopattini elettrici e altri mezzi di micromobilità sono utili per il cosiddetto “ultimo miglio”, ma non possono diventare sinonimo di anarchia. Le regole sono semplici: niente marciapiedi, niente contromano, niente semafori rossi. E i mezzi in sharing vanno parcheggiati correttamente.
Tuttavia, queste norme sono ignorate tanto dai giovanissimi quanto da automobilisti esperti. Il rispetto nasce dalla formazione, non dalla repressione.
Dekra ha avviato un progetto nelle scuole: “Portiamo i ragazzi nei nostri centri di revisione per mostrare loro cosa davvero circola per strada. Le loro reazioni sono di sorpresa, ma anche di consapevolezza”.
Anche ACI Club Milano è in prima linea con il progetto Sara Safe Factor, rivolto a giovani e lavoratori, mentre prosegue la collaborazione con INAIL per migliorare la sicurezza di chi guida per professione.
Il problema è culturale. “Il rispetto delle regole non è un’opinione: è una questione di vita o di morte”. E riguarda tutti, non solo i giovani. Con il 24% della popolazione italiana over 65, sarebbe auspicabile un aggiornamento periodico – ogni cinque anni – anche per gli adulti.
Come ricordano gli psicologi del traffico, lo stile di vita si riflette nello stile di guida. Servono misure di lungo periodo, che integrino educazione, repressione e sensibilizzazione.

Altro tema emerso con forza è quello dei rider, sempre più numerosi nelle grandi città come Milano e Roma. Spesso si muovono su mezzi non omologati, senza alcuna formazione, infrangendo regole basilari.
“Servirebbe una vera abilitazione professionale, finanziata dalle aziende del settore, come Glovo e Deliveroo – è stato detto durante il talk –. Ignorare il problema non è più accettabile: la loro sicurezza è anche responsabilità di chi li impiega”.
Noleggio a lungo termine: i 10 consigli per scegliere bene. Dall’anticipo al canone, dai servizi alla restituzione dell’auto
Comprare auto cinesi conviene davvero? Oltre 50 auto tra cui scegliere. Abbiamo analizzato l'offerta di MG, BYD, Omoda e tutti gli altri brand del Dragone. Attenzione però ai falsi risparmi....