
Luca de Meo, ex amministratore delegato del Gruppo Renault, ancora nel maggio scorso chiedeva all’Europa una deroga regolamentare che permettesse di costruire e vendere auto piccole ed economiche, anche per contrastare l’invasione cinese. Poi, in giugno, De Meo ha abbandonato il settore dell’auto per trasferirsi in un altro contesto ma, evidentemente, prima di andarsene aveva già messo qualcosa a bollire nella pentola.
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Il resto è storia recentissima. A metà settembre Ursula von der Leyen ha lanciato alle case automobilistiche l’idea di costruire nel Vecchio Continente le cosiddette E-Car (non si è ben capito se la “E” sta per economiche o elettriche) ed ecco che già ai primi di ottobre il Gruppo Renault, tramite il brand Dacia, propone la sua interpretazione di questa idea.

La Hipster Concept, ha due porte e quattro posti, è lunga solo tre metri (larga 1,55 e alta 1,53) e ovviamente è elettrica. È praticamente è un cubo con quattro ruote alle estremità, un bagagliaio con solo 70 litri di capacità ma che diventano 500 se si è solo in due ed è disegnata per essere essenziale ma anche “cool”.
Il prototipo, infatti, è disseminato di soluzioni all’insegna dell’economia ma anche dello stile: le maniglie esterne sono sostituite da cinghie, la fanaleria posteriore non ha una copertura vetrata perché è montata dietro il portellone trasparente che la ripara, i sedili hanno il telaio a vista, la strumentazione è praticamente un tablet montato in posizione verticale e tocca al proprio smartphone fare da interfaccia del sistema di infotainment. E anche lo sblocco e il blocco delle portiere avviene con un’app, per risparmiare sulle serrature.

L’abitabilità interna non è generosissima in larghezza e nella profondità del sedile posteriore, ma date le dimensioni esterne non ci si può certo lamentare. Però l’accessibilità è buona grazie alle portiere ampie. E anche alla zona bagagli si accede agevolmente perché il portellone è sdoppiato e ha la “ribaltina” inferiore.

Secondo Dacia, la Hipster Concept pesa molto: circa 800 kg, vale a dire il 20% in meno alla Spring che è già l’elettrica più leggera del mercato. Il merito va ai numerosi elementi in plastica della carrozzeria ma anche alla batteria di piccole dimensioni (tanto da poter essere alloggiata solo sotto i sedili anteriori) che dovrebbe permettere un’autonomia di 100/150 km. Quanto basta, secondo le stime di Dacia, per consentire alla maggior parte dei potenziali utilizzatori cittadini, che percorrono al massimo 40 km al giorno, di affrontare la settimana lavorativa con un paio di “pieni”.
Il prototipo della Hipster è predisposto per avere il motore anteriore oppure posteriore, ma su questo aspetto non è ancora stata fatta la scelta definitiva. Ovviamente è presto per parlare di produzione. Dipende se e quando i regolamenti europei lo consentiranno, ma alla Dacia sono pronti. Del resto o stesso Luca De Meo, sotto la cui responsabilità quest’auto è stata concepita, ha sempre dichiarato che i “suoi” concept non erano fine a sé stessi ma progetti realmente fattibili in prospettiva. Il prezzo? Se mai dovesse andare in produzione, la Hipster potrebbe verosimilmente costare tra i 12 e i 15 mila euro. Naturalmente al netto di eventuali incentivi. Staremo a vedere. Per intanto godiamoci questa idea, che è davvero carina e simpatica.

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