
Nel terzo trimestre dell’anno Tesla ha sorpreso anche gli analisti. L’azienda guidata da Elon Musk ha consegnato 497.099 veicoli a livello globale, superando le attese degli analisti (la media Bloomberg si fermava a 439.600 unità), registrando un +7,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il merito? Una corsa all’acquisto incentivata dalla scadenza, al 30 settembre, del credito d’imposta federale da 7.500 dollari destinato alle auto elettriche.
I consumatori statunitensi si sono affrettati a concludere gli ordini per beneficiare del bonus, dando così una spinta inattesa alla domanda. Come abbiamo visto in QUESTO articolo, l’amministrazione Trump ha infatti “spazzato via” tutti i sussidi destinati alle avuto elettriche.
Il risultato è stato trainato in particolare dalle vendite dei modelli più accessibili della gamma: Model 3 e Model Y, che insieme hanno totalizzato 481.166 unità (+9,4% su base annua). Le vendite di Model S, Model X e Cybertruck, invece, sono diminuite del 30%, segno che il cuore del business Tesla resta ancora focalizzato su una fascia di prodotto “mainstream”.
Il balzo nelle consegne arriva in un momento delicato per Tesla. Negli ultimi trimestri l’azienda ha sofferto per l’invecchiamento della gamma e per la pressione crescente esercitata da player globali, in particolare in Cina e in Europa. Nel solo mese di agosto, le immatricolazioni europee del marchio sono scese del 22%, e nei primi otto mesi del 2025 il calo complessivo è stato del 33%, nonostante la crescita del 27% del mercato elettrico del continente.
Le consegne record potrebbero però rappresentare un picco isolato. L’”effetto incentivo” è destinato a dissolversi, e lo stesso Musk ha avvertito che Tesla potrebbe attraversare “diversi trimestri difficili” prima che i veicoli autonomi e le tecnologie AI sviluppate dal gruppo raggiungano la piena maturità.
Parallelamente all’Automotive, la Tesla continua a rafforzarsi anche nel settore energetico. Nell’ultimo trimestre l’azienda ha distribuito 12,5 GWh di sistemi di accumulo, quasi raddoppiando il dato di un anno fa (6,9 GWh). Tra le novità, l’introduzione del Megablock, un sistema modulare che integra batterie, trasformatori e quadro elettrico in un unico prodotto compatto.
Fuori dagli Stati Uniti, però, i segnali sono più contrastanti. In Cina, la produzione nello stabilimento di Shanghai è calata in sette degli ultimi otto mesi, penalizzata dalla concorrenza agguerrita di marchi come Byd e Xiaomi. In Europa, come anticipato, la società americana ha registrato uno dei peggiori trimestri recenti, con una contrazione doppia rispetto alla media del settore.
Nonostante la spinta dell’AI e dei progetti nel campo della guida autonoma, Wall Street resta cauta. Secondo Bloomberg, Tesla chiuderà il 2025 con una flessione nelle consegne globali, fermandosi a 1,61 milioni di veicoli contro gli 1,79 milioni del 2024.

Per contrastare il calo atteso nella domanda, Elon Musk punta su una versione più accessibile del Model Y, la cui produzione è partita lo scorso giugno ma il lancio commerciale è stato rimandato al quarto trimestre.

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