
La più grande casa automobilistica britannica, la Jaguar Land Rover, prolungherà la chiusura dei propri stabilimenti almeno fino al 1° ottobre. La notizia è stata riportata dalla Reuters. La decisione arriva a seguito di un attacco informatico avvenuto all’inizio del mese (ne abbiamo parlato QUI), che ha paralizzato la produzione e messo sotto pressione l’intera filiera dei fornitori.
JLR, di proprietà del colosso indiano Tata Motors, ha tre stabilimenti produttivi nel Regno Unito, da cui escono circa 1.000 veicoli al giorno. Secondo la BBC, l’azienda sta perdendo 50 milioni di sterline a settimana (circa 58 milioni di euro) e ha chiesto a molti dei suoi 33.000 dipendenti di rimanere a casa. Il danno economico e d’immagine è ingente.
L’incidente evidenzia, ancora una volta, quanto le grandi aziende, automobilistiche e non, siano vulnerabili a minacce cyber sempre più sofisticate. Settori come sanità, difesa, finanza e retail sono stati colpiti in passato. Ora il ransomware (programma informatico malevolo che può infettare un dispositivo )fa breccia anche nel cuore pulsante dell’industria manifatturiera.
Nello specifico, secondo quanto riportato da The Insurer, Jaguar Land Rover non avrebbe finalizzato in tempo un’assicurazione informatica con Lockton. Di conseguenza, l’azienda potrebbe trovarsi scoperta da un punto di vista assicurativo.
Il governo britannico ha subito mostrato attenzione. I ministri del Commercio e dell’Industria hanno incontrato i vertici di JLR per valutare l’impatto e accelerare la ripresa delle attività. L’obiettivo prioritario è ristabilire la continuità produttiva e salvaguardare la catena di approvvigionamento. Il ministro Chris McDonald ha sottolineato che “garantire la salute della filiera” è una priorità nazionale, mentre il collega Peter Kyle ha affermato: “Riportare JLR online il prima possibile è la nostra priorità assoluta”.

Il blocco delle attività in JLR si inserisce in un contesto globale già teso. Nello stesso weekend, un altro attacco ransomware ha bloccato i sistemi di check-in in alcuni dei principali aeroporti europei. Come sottolineano gli esperti, i criminali informatici stanno alzando il tiro, puntando a bersagli di alto profilo per massimizzare i profitti e la visibilità.
Nel Regno Unito, circa 4 aziende su 10 dichiarano di aver subito un attacco informatico negli ultimi 12 mesi. Tra le vittime più recenti si contano Marks & Spencer e Co-op.
Martedì, un portavoce di JLR ha dichiarato che l’azienda sta lavorando a un piano per la ripresa graduale della produzione, senza tuttavia fornire date certe.
Nel frattempo, il sindacato Unite ha lanciato l’allarme: a rischio ci sono oltre 100.000 posti di lavoro lungo la filiera industriale. La richiesta al governo è chiara: servono misure urgenti per sostenere le imprese più esposte e contenere l’impatto sociale.
Il caso JLR non è solo un incidente tecnico. Rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme per l’intero settore manifatturiero. La cybersecurity non è più solo una questione IT, ma un rischio strategico per la continuità aziendale.
Secondo Alessio Fasano, Country Manager – Southern EMEA di FireMon, che ha rilasciato un commento a L’Automobile, le misure tradizionali non bastano più. “L’integrazione tra ambienti IT e OT ha creato nuove superfici di attacco: oggi anche una singola vulnerabilità può mettere in ginocchio la produzione”. E così è stato.
Serve un approccio olistico alla sicurezza, capace di garantire visibilità, controllo e resilienza su tutti i fronti: cloud, on-premises, logistica, supply chain. Secondo i dati di settore, molti firewall aziendali non superano i test di conformità di base, segno di lacune gravi nella governance e nei controlli.
Infine, il messaggio più importante: non basta prevenire. Le aziende devono essere in grado di reagire rapidamente, mantenere operative le funzioni critiche e tutelare la catena di fornitura. Le organizzazioni che non investono oggi in cyber-resilienza rischiano domani un fermo produttivo totale. Proprio come è accaduto, dolorosamente, a Jaguar Land Rover.
Maltempo sulle Alpi: il Tunnel di Tenda è chiuso per neve e rischio valanghe. Ecco le alternative più vicine
Segnali positivi per il mercato dell'auto europeo nel novembre 2025. Le nuove targhe sono state 887.491, in crescita del 2,1% rispetto all'anno scorso. Bene elettriche e plug-in, mentre soffrono benzina...