
La Formula 1 torna protagonista per il 17° appuntamento del Mondiale. Questo fine settimana il Circus fa tappa sul tracciato cittadino di Baku, teatro del Gran Premio dell’Azerbaigian. A due settimane dalla Gp d’Italia – dove Max Verstappen ha trionfato al volante della sua Red Bull – l’attenzione si sposta ora sulla McLaren, grande favorita del weekend e ormai a un passo dal bissare il titolo Costruttori conquistato lo scorso anno.
La scuderia di Woking ha infatti la possibilità concreta di chiudere i giochi già in Azerbaigian, grazie a un margine di ben 337 punti sulla Ferrari, attuale seconda forza del campionato. Per Maranello, quindi, l’obiettivo sarà principalmente quello di difendere la piazza d’onore dall’assalto della Mercedes, diretta inseguitrice in classifica. In quest’ottica, il contributo di entrambi i piloti sarà determinante.

Difficile pensare a una vittoria rossa: la McLaren ha finora dominato la stagione con 12 successi in 16 gare. E se la pratica mondiale Costruttori è già archiviata, anche il mondiale piloti è una questione interna al team papaya: Oscar Piastri guida la graduatoria con 31 punti di vantaggio sul compagno Lando Norris.

Il tracciato di Baku si sviluppa nel cuore pulsante della capitale dell’Azerbaigian, l’unica città al mondo situata 28 metri sotto il livello del mare: un primato geografico che la rende la capitale più “bassa” del pianeta. Il percorso si snoda tra modernità e storia, toccando punti iconici come la Città Vecchia, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2000.
Progettato dall’architetto tedesco Hermann Tilke, il Baku City Circuit è considerato uno dei tracciati più tecnici e affascinanti del calendario di Formula 1. Lungo 6,007 km, alterna rettilinei da velocità massima a settori lenti e tortuosi. In totale si contano 20 curve – 12 a sinistra e 8 a destra – e un imponente rettilineo di 2,2 km sul lungomare, che consente alle monoposto di sfiorare i 340 km/h dopo due pieghe da affrontare a tutta velocità.
Tra i passaggi più spettacolari e impegnativi c’è la sequenza di curve 8, 9 e 10: in questo punto il circuito si restringe a soli 7 metri di larghezza mentre attraversa le antiche mura cittadine. Una zona tanto scenografica quanto pericolosa, dove i sorpassi sono pressoché impossibili e basta un piccolo errore o un guasto meccanico per generare un ingorgo ad alto rischio. Situazione simile nel primo settore, con quattro curve a 90° immediatamente dopo lo start, che mettono a dura prova freni e nervi. L’intero tracciato si percorre in senso antiorario.
Dal punto di vista tecnico, secondo gli ingegneri di Brembo, Baku rappresenta una delle sfide più dure per l’impianto frenante. In una scala da 1 a 5, il livello di severità è valutato 4. Ogni giro prevede 12 frenate, per un totale di circa 20,5 secondi di utilizzo dei freni – ovvero un quinto del tempo complessivo di gara. Sette di queste frenate sono considerate “Hard”, due “Medium” e tre “Light”. Complessivamente, in un Gran Premio, ogni pilota esercita sul pedale del freno una forza pari a 88,6 tonnellate: il dato più elevato dell’intero campionato.
| Nome | Baku City Circuit |
|---|---|
| Sede | Baku, Azerbaijan |
| Tipologia | Stradale |
| Primo GP | 2016 |
| Giri gara | 51 |
| Lunghezza circuito | 6,003 Km |
| Numero curve | 20 |
| Lunghezza gara | 306,049 Km |
| Giro record | 1:43.009 |
| Detentore record | Charles Leclerc, Ferrari, 2019 |
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