La Tesla scommette sull’Europa. Nonostante nel Vecchio Continente le vendite di auto elettriche siano tutt’altro che lineari, influenzate da incentivi e politiche ambientali poco definite, l’azienda guidata da Elon Musk rilancia. Infatti, secondo quanto riportato da Bloomberg, il responsabile dello stabilimento tedesco di Grünheide, André Thierig, ha dichiarato all’agenzia DPA che la produzione di veicoli elettrici sarà aumentata nel terzo e quarto trimestre 2025 “grazie a dati di vendita molto positivi”. Ciò significa che il sito produttivo alle porte di Berlino ha rivisto al rialzo i propri obiettivi. Resta ancora da capire l’entità dell’incremento produttivo.
Una dichiarazione che tuttavia stride un po’ con i numeri diffusi dai registri auto nazionali. In Germania, ad agosto, le immatricolazioni della Tesla sono crollate del 39%, con una flessione del 56% nel cumulato annuo. In difficoltà anche altri mercati europei come Francia, Belgio, Danimarca e Svezia. L’unica eccezione è rappresentata dalla Norvegia, dove la Tesla ha registrato un +21% ad agosto e +26% da inizio anno.
La strategia espansiva tedesca si inserisce in un momento di transizione per la Casa di Elon Musk, alle prese anche con l’espansione dei Robotaxi. La produzione della Model Y, in assoluto il modello più venduto della gamma Tesla, è in fase di aggiornamento e ha subito degli stop che secondo lo stesso Musk hanno rallentato le consegne. Stando alle stime degli analisti di Cox Automotive, la quota Tesla nel mercato EV statunitense è scesa sotto il 40%.
Musk, nonostante un contesto tutt’altro che stabile, lo scorso 12 settembre, tramite un trust revocabile, ha acquistato azioni Tesla per un valore di circa un miliardo di dollari. L’acquisto è avvenuto praticamente in concomitanza con l’annuncio della presidente del CdA, Robyn Denholm, la quale illustrava una nuova proposta di compenso da mille miliardi di dollari per Musk, legata al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di capitalizzazione e performance. L’acquisto o la vendita di un grosso pacchetto di azioni sono generalmente associati a importanti eventi che riguardano la stessa azienda.
Secondo i dati raccolti dalla Bloomberg l’ultima volta che l’imprenditore americano ha acquistato azioni Tesla sul mercato aperto risale a febbraio 2020. L’amministratore delegato ha ceduto più di 20 miliardi di dollari di azioni della società nel 2022, l’anno in cui ha acquisito Twitter, che poi ha trasformato in X.
La recente mossa di Musk è stata vista positivamente dagli analisti, che l’hanno “letta” come un segnale di fiducia nelle potenzialità future dell’azienda. Tuttavia, lo stesso Elon Musk ha dichiarato che le “montagne russe” per la Tesla sono tutt’altro che terminate poiché la compagnia potrebbe andare ancora incontro a uno o più trimestri turbolenti, soprattutto per effetto del progressivo esaurimento degli incentivi statunitensi all’acquisto di EV. Trump, infatti, ha adottato una politica tutt’altro che amica nei confronti delle auto a corrente e, in generale, delle vetture green.
Il valore di Tesla in Borsa ha reagito positivamente all’acquisto di azioni da parte del suo fondatore, con un’impennata fino all’8,7% nel pre-market di New York.
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