
Testo di Fabio Madaro
Se una super berlina elettrica cinese viene avvistata mentre varca i cancelli della leggendaria sede della Ferrari (come documenta la testata specializzata americana Carscoops), un motivo ci deve pur essere. Non è una fake news, né un colpo di scena isolato: l’auto in questione è una Xiaomi SU7 Ultra, una delle elettriche più performanti mai costruite. Colpisce la livrea gialla con doppie strisce argentate, la stessa utilizzata da Xiaomi nelle sue immagini promozionali. E colpisce anche la velocità con cui l’industria automobilistica cinese — fino a poco tempo fa guardata con sufficienza dall’Europa — sta ridefinendo gli equilibri del mercato.
Ferrari, come ogni costruttore, acquista e analizza costantemente vetture della concorrenza per valutarne tecnologie, soluzioni tecniche e sistemi di gestione della termodinamica. Ma il fatto che oggi uno dei benchmark arrivi da una start-up cinese nata da un colosso degli smartphone, è davvero il segnale inequivocabile che i tempi stanno cambiando. Segno che l’elettrificazione ha abbattuto molte gerarchie consolidate, e che i nuovi attori non hanno alcun timore reverenziale.
La SU7 Ultra, top di gamma della neonata divisione automobilistica di Xiaomi, non è solo veloce: è un condensato di primati. Tre motori elettrici, 1526 cv di potenza complessiva, 0-100 km/h in 1,98 secondi e velocità massima di 359 km/h. Ma soprattutto, ha già scritto il suo nome nella storia del Nürburgring: con un tempo di 7:04.957, è diventata l’auto elettrica di serie più veloce sull’“Inferno Verde”, battendo la Porsche Taycan. E un prototipo ancora più potente ha addirittura fatto segnare 6:22, avvicinandosi ai mostri sacri delle competizioni come la mitica Porsche 919 Evo.
È questo il livello di performance che oggi Ferrari si trova a fronteggiare. La Cina non è più un competitor “cheap”, ma un interlocutore serio, veloce, aggressivo e con capacità industriali enormi. E il fatto che l’auto sia finita sotto la lente dei tecnici Cavallino lo conferma.

Intanto, a Maranello, i preparativi per il debutto elettrico procedono, ma senza fretta. Il primo modello a batterie, nome in codice Elettrica, verrà svelato nella primavera del 2026, con una anteprima prevista entro la fine del 2025. Una strategia che punta alla prudenza: la vettura dovrebbe essere prodotta in serie limitata, probabilmente per saggiare la reazione del pubblico e abituare i clienti all’idea di una Ferrari senza motore termico. Ma la vera svolta, inizialmente prevista per il 2027, è stata rimandata al 2028. Si tratta del secondo modello elettrico, con carrozzeria da crossover sportivo, destinato a volumi più alti e a una clientela più ampia. La notizia, confermata recentemente dalla Reuters, è significativa: la debole domanda globale di EV di lusso sta frenando anche Ferrari, costretta a riconsiderare tempistiche e strategie.
Da tempo il Ceo Benedetto Vigna ha sottolineato che Ferrari affronterà la sfida dell’elettrico a modo suo, cercando di mantenere intatti i valori del marchio: esclusività, emozione, dinamica di guida impeccabile. Ma la transizione non è semplice e i rischi non sono pochi.
E mentre Ferrari cerca la formula giusta per il suo primo “cavallo elettrico”, i concorrenti corrono. Non solo Tesla o Porsche, ma anche ormai ex start-up cinesi come appunto Xiaomi e Nio stanno dimostrando di poter alzare l’asticella in tempi record.
C’è poi un dettaglio curioso: Lei Jun, fondatore di Xiaomi, è un noto appassionato di Ferrari. L’anno scorso è stato avvistato alla guida di una Purosangue rossa, simbolo del nuovo corso del marchio italiano. Chissà cosa penserà nel vedere la sua SU7 Ultra entrare — anche solo per test — nel tempio della performance italiana. Un incrocio simbolico, quasi ironico. Ferrari guarda alla Cina per capire il futuro, mentre la Cina guarda a Ferrari per legittimare il proprio presente.
Insomma, l’auto elettrica di Ferrari arriverà, ma non sarà un ingresso a breve termine. Sarà studiato, calibrato e probabilmente molto spettacolare. Basterà? Difficile al momento fare previsioni. Perché mentre Ferrari definisce il lancio della sua supercar, altri marchi stanno colonizzando le emozioni a batteria. E il pubblico globale, soprattutto quello più giovane, potrebbe iniziare a guardare altrove. Anche verso orizzonti fino a pochi anni fa impensabili.
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