
Una perdita netta di 2,3 miliardi di euro nel primo semestre del 2025. Stellantis ha scelto di rendere noti in via eccezionale i risultati finanziari preliminari come tentativo di trasparenza per ridurre il gap tra le stime degli analisti e i risultati effettivi. Una scelta non casuale, per dare un segnale al mercato e ai portatori di interessi dopo la turbolenta uscita di scena di Carlos Tavares.
Il Gruppo ha chiuso il periodo gennaio-giugno con un risultato opposto rispetto all’anno precedente, quando l’utile netto superava i 5,6 miliardi, sottolineando il periodo difficile che deve affrontare il nuovo Ceo Antonio Filosa.
A pesare sui conti, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda, sono stati oneri straordinari per 3,3 miliardi di euro, legati a svalutazioni, ristrutturazioni interne e cancellazione di progetti – come quello sull’idrogeno (leggi QUI) – ritenuti non più strategici. Una parte non marginale (300 milioni) deriva poidall’introduzione dei nuovi dazi USA sulle importazioni, a testimonianza di quanto lo scenario geopolitico influenzi profondamente l’economia dell’Automotive.

Il fatturato ha superato quota 74 miliardi di euro, in calo rispetto agli 85 miliardi del primo semestre 2024 ma superiore agli ultimi sei mesi dello stesso anno. Tuttavia, la contrazione delle consegne nel secondo trimestre, con un meno 6% e quota 1,4 milioni di veicoli, e il cash burn di 2,3 miliardi (la liquidità che è stata consumata), sono segnali che preoccupano analisti e stakeholder.
Filosa eredita una situazione che riflette le difficoltà sistemiche dell’intera industria. Normative più stringenti, forti pressioni sul fronte dei costi e una domanda che sul fronte elettrico non decolla al ritmo previsto. Stellantis paga l’eterogeneità dei suoi marchi e la necessità di un allineamento tecnologico ancora in corso.
La sfida è quella di riportare il Gruppo su binari di sostenibilità economica, senza rallentare la transizione ecologica. Filosa, inoltre, deve ridare identità ai marchi del Gruppo, che sotto la gestione Tavares hanno sacrificato parte della loro personalità nell’ottica della razionalizzazione e del profitto.
Dobbiamo lanciare i prodotti giusti che i clienti desiderano e che rappresentano il vero DNA dei nostri marchi iconici. Dobbiamo fissarci obiettivi più ambiziosi in termini di qualità”, queste le dichiarazioni di Filosa rilasciate nella videochiamata dello scorso 25 giugno dall’Heritage Hub di Mirafiori (TO), condivisa con i giornalisti.

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