
Le Zone a basse emissioni (ZFE, il cui acronimo sta per zone à faibles émissions mobilité), sono state istituite in Francia con le leggi approvate nel 2019 e nel 2021. Nella sostanza, le autorità locali delle aree urbane che non rientrano nelle soglie di tolleranza sono chiamate a istituire le cosiddette Zone a basse emissioni. L’obiettivo è semplice: migliorare la qualità dell’aria attraverso una riduzione delle emissioni di particolato fine. Per perseguire questo scopo la via più semplice è quella di escludere dalla circolazione i mezzi inquinanti.
Tuttavia, le ultime notizie che provengono da Parigi mettono in discussione le stesse ZFE. Recentemente l’Assemblea nazionale francese (la parte del Parlamento transalpino omologo alla Camera dei deputati) ha votato a favore dell’abolizione delle ZFE (QUI la notizia).
Come riporta Franceblueu, le ZFE erano contestate da entrambi gli schieramenti politici. Nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla “semplificazione”, i deputati hanno approvato l’abolizione delle ZFE. Sono stati 98 i voti a favore contro 51, con i voti del RN (Rassemblement National), della destra, del LFI e perfino di alcuni macronisti.
Il vicepresidente dei deputati RN e portavoce del partito, Laurent Jacobelli, ha dichiarato su franceinfo: “Bisogna combattere l’inquinamento atmosferico, ma non i poveri”.
Da parte degli ecologisti, le reazioni sono opposte. Il vicesindaco di Parigi responsabile della mobilità, David Belliard, critica una decisione “stupida e ingiusta”. Stupida “perché, al contrario, bisognava renderle più giuste dal punto di vista sociale”; ingiusta “perché sono i più poveri a morire a causa dell’inquinamento atmosferico”.
L’associazione Respire denuncia da parte sua una “scelta irresponsabile di sacrificare la salute pubblica” e invita a proseguire la lotta in commissione mista paritetica. Il direttore generale dell’associazione, Tony Renucci, ha puntato il dito sulla strumentalizzazione dell’argomento da parte dall’estrema destra e dall’estrema sinistra, mettendo in evidenza le difficoltà delle persone più povere.
Chiaramente, la partita è ancora aperta. Con il voto della Camera, infatti, non termina l’iter parlamentare. Affinché le ZFE vengano effettivamente abolite è necessario che passino l’esame del Senato con il successivo inserimento in un disegno di legge ad ampio respiro che dovrà essere votato dalla stessa camera.
La politica francese ha votato contro le Zone a Basse Emissioni (ZFE) perché queste misure, pur pensate per ridurre l’inquinamento atmosferico, sono state percepite da molti cittadini e politici come socialmente ingiuste. Le critiche principali riguardano il loro impatto negativo sulle fasce più deboli della popolazione, spesso costrette a usare veicoli più vecchi e inquinanti perché non possono permettersi alternative più ecologiche.
A differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei – come la Germania, dove le ZFE sono applicate ma spesso accompagnate da incentivi e trasporto pubblico efficiente, in Francia le misure sono state vissute da molti come punitive e scollegate dal contesto economico reale.
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