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Stellantis, Filosa: le cinque priorità del nuovo ceo

di Emiliano Ragoni - 29/05/2025

L’agenda del nuovo ceo di Stellantis, Antonio Filosa, è piena. La priorità nostrana è il Piano Italia,  ma sul tavolo del manager ci sono tante questioni scottanti, come la Cina e i dazi americani. Vediamo quali sono le cinque priorità del nuovo AD.

1)        Con Filosa il peso specifico dell’Italia all’interno di Stellantis potrebbe cambiare

Con la nomina di Antonio Filosa di fatto tutto l’Automotive francese è nelle mani di manager italiani. Luca de Meo è il ceo del Gruppo Renault, rivestendo lo stesso ruolo di Filosa, che ha nelle mani il management di Stellantis.

Il peso specifico dell’Italia potrebbe cambiare? Non è facile rispondere a questa domanda. Sicuramente la nomina di un “capo” italiano ha accolto il consenso di sindacati, politica e di tutte le parti interessate. Bisognerà poi vedere se questo consenso si tradurrà in un rilancio della produzione italiana.

2)        È finalmente finita l’esterofilia di Elkann per i manager?

John Elkann ha sempre avuto un’evidente predilezione per i manager esterni ad Exor e a Stellantis. Figure che gravitavano fuori dal Gruppo automobilistico e che, spesso, rivestivano mansioni lontane o poco affini al mondo dell’auto. Davide Grasso, prima di diventare ceo di Maserati (attualmente il ceo è Santo Ficili), rivestiva ruoli di responsabilità in Nike e Converse. Benedetto Vigna, attuale AD della Ferrari, ha lavorato nel settore dell’elettronica e dei sensori di precisione.

Antonio Filosa, che ha guidato Stellantis sia in Nord che in Sud America, va quindi a rompere l’egemonia di manager esterni al Gruppo automobilistico.

3)        Riportare l’America in attivo

Tavares in America è riuscito nell’impresa di ridurre la quota di mercato di Stellantis all’8%. Prendendo in analisi il primo trimestre del 2025, tra tutti i mercati, il Nord America è stato quello che ha perso di più, con le consegne che sono scese di circa 82.000 unità, corrispondenti a un calo del 20% su base annua. Pesano ancora le scelte politiche dell’ex ceo del gruppo Carlos Tavares, che per massimizzare gli utili aveva applicato una strategia molto aggressiva sui prezzi delle vetture, che sono stati ritoccati in alto.

Filosa dovrà riportare al loro posto marchi come Ram, Jeep e Dodge, che nel recente passato assicuravano corpose marginalità.

4)        Ottimizzare i 13 marchi

Sul tavolo di Filosa c’è un’altra questione molto scottante: ricollocare i 13 marchi di Stellantis. Sono tanti e ognuno con le sue peculiarità. Alcuni di essi stanno incontrando diverse difficoltà, come Maserati, che è l’unico marchio di lusso di Stellantis ma che fatica a trovare una giusta collocazione. Le cause? Politica dei prezzi inadeguata e portafoglio prodotti che non soddisfa il mercato.

Anche per quanto riguarda i marchi popolari come Fiat, che in attesa della Grande Panda in Italia è “alimentata” solo dalla Panda. Mentre la situazione di Lancia è drammatica, con una quota di mercato ridotta al minimo. Sembra leggermente in ripresa l’Alfa Romeo, grazie alla spinta della Junior. Ma il ritardo di Stelvio non è certo un bel segnale, sia per il marchio che per Cassino.

5)        Il Piano Italia

Un manager italiano ha la possibilità concreta di riportare un po’ di entusiasmo nell’Automotive italiano? Si spera, perché la situazione produttiva in Italia è drammatica, con tutti gli stabilimenti che hanno perso corpose quote anno dopo anno. Filosa deve “tenere la barra dritta”, specie su quello che riguarda la tipologia di prodotti in grado di far breccia sul mercato. Ibride? Certamente, con la necessità di non farsi trovare impreparati così come avvenuto con il recente cambio di strategia sul suv Stelvio, inizialmente previsto solo elettrico, ma successivamente oggetto di un cambio di strategia.

Poi c’è il rapporto con la politica. In questo specifico settore si chiede a Filosa una maggiore cooperazione rispetto a quanto fatto da Tavares, che si era messo di traverso sulla questione degli incentivi e sulla scarsa efficienza produttiva degli impianti italiani (scarsa occupazione delle linee ed eccessivi costi produttivi).

Imparato Piano Italia

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