
Nei giorni scorsi le riviste specializzate hanno parlato in modo insistente del possibile ritardo dell’Alfa Romeo Stelvio e della Giulia. Stiamo parlando di due modelli centrali nell’impianto di Cassino, che lo scorso anno ha chiuso con un -45% e sole 26.850 unità prodotte. La situazione nei primi tre mesi del 2025 è addirittura peggiorata; la fabbrica di Cassino ha prodotto appena 4.655 unità, che rappresentano una flessione negativa del -45,5% rispetto allo stesso periodo del 2024.
L’agenda del nuovo AD Antonio Filosa è sicuramente piena di impegni.
Sia l’Alfa Romeo Stelvio che la Giulia sono ingegnerizzate sulla piattaforma modulare STLA Large di Stellantis. Si tratta di una piattaforma cosiddetta “multienergia”, ossia, in grado di ospitare sia motori elettrici che ibridi. Secondo quanto comunicato da Stellantis all’interno del Piano Italia, la data d’uscita del suv Stelvio era fissata entro la fine del 2025. Mentre il 2026 sarebbe stato l’anno della berlina Giulia.
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Il problema del ritardo dove sarebbe, quindi? Il motivo del possibile slittamento è da ricercare proprio nella natura “multienergia” della piattaforma STLA Large. Stellantis, infatti, aveva previsto un lancio iniziale dei due modelli esclusivamente con motori elettrici. Tuttavia, in virtù della transizione elettrica più lenta del previsto (non in tutto il mercato dell’Europa), Stellantis avrebbe deciso di “cambiare le carte”, rendendo inizialmente disponibile anche la versione ibrida.
Sarebbe quindi una questione di mercato a dettare le scelte di Stellantis. Del resto, la quota in Europa delle ibride elettriche nei primi quattro mesi del 2025 è arrivata al 35,3%, mentre le EV, seppur in crescita, non arrivano oltre il 15,7%. Ragioni di mercato, quindi.
Stando a quanto trapelato, gli ingegneri Stellantis starebbero incontrando più di qualche difficoltà ad “adattare” la piattaforma STLA Large ai powertrain ibridi plug-in. L’ostacolo tecnico riguarderebbe l’unità termica da utilizzare all’interno del sistema ibrido plug-in. Guardando all’interno del portafoglio prodotto Stellantis, togliendo il 6 cilindri 3.0 turbo Hurricane impiegato per la Dodge Charger (è ingegnerizzata sulla stessa piattaforma) ed eventualmente destinato alle varianti prestazionali, l’unica possibilità per le varianti “popolari” è quella di impiegare il 2 litri 4 cilindri.
Quest’ultimo, tuttavia, affinché possa essere adottato all’interno del pianale STLA Large, necessita di un lavoro di adattamento. Questa sarebbe la ragione del ritardo.

L’impianto di Cassino aveva assoluta necessità di iniziare la produzione della nuova generazione del suv Stelvio. A Lanciare l’allarme è il segretario generale della Cisl Lazio Enrico Cappotelli, il quale su Frosinone News ha dichiarato: “…Dobbiamo immaginare che i lavoratori dello stabilimento di Piedimonte San Germano non possano continuare a sopravvivere di cassa integrazione”.
Rincara la dose, confermando il ritardo di Stelvio, il segretario provinciale dei metalmeccanici Cisl, Mirko Marsella: “Sulle linee è tutto pronto ma è la vettura a non essere pronta. Le nuove vetture Alfa erano programmate in versione solo elettrifica ma ormai s’è capito che unicamente l’ibrido riesce a vendere e quindi si sta lavorando per produrre la Stelvio anche con l’endotermico”.
Mirko Marsella dichiara che l’obiettivo per Cassino è quello di arrivare fino a giugno e aspettare il nuovo amministratore delegato di Stellantis. Queste le sue parole: “La resta molto buia e preoccupante: lo stiamo dicendo da tempo. Visto lo scenario, la situazione non può che peggiorare nei prossimi mesi. Bisogna tenere alta la guardia e credo che si debba guardare a giugno quando ci sarà il nuovo amministratore delegato”. A.D. che nel frattempo è stato nominato ed è Antonio Filosa.

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