Pensate ai simbolini che ci sono sulle “spie” delle nostre auto. Di colore blu, con raggi paralleli che puntano dritti: non si può sbagliare, è la luce abbagliante! Di colore verde, con raggi paralleli che puntano verso terra: ecco l’anabbagliante! In qualche modo si può intuire che un abbagliante “punta dritto”, al contrario di un anabbagliante.
Più difficile invece azzeccare il momento storico della nascita di questo doppio sistema. Ed è esattamente il 1925, quindi 100 anni fa. Più avanti vedremo i dettagli, ma è importante vedere come ci si è arrivati. La storia dell’automobile ci racconta che le prime vetture erano dotate di lanterne – sì, proprio lanterne – appese a quelle che erano praticamente delle carrozze a motore. Attorno al 1905 arrivano le prime lampade ad acetilene, che segnano già un’evoluzione.
Ma è l’energia elettrica che porta la rivoluzione nel corso degli anni 10, con le lampadine a incandescenza. Arrivano anche i problemi di abbagliamento, dapprima risolti con una resistenza che all’occasione diminuiva la potenza del fanale. Qualche anno dopo debutta una lampadina a incandescenza che molti di noi hanno di certo maneggiato o maneggiano ancora: è quella a doppio filamento, uno che punta dritto (per l’abbagliante) e un altro a raggi meno intensi e orientati verso il basso (per l’anabbagliante). Ecco la Bilux di Osram, la prima lampadina per fari a doppio filamento al mondo, presentata a un gruppo di utenti curiosi in Germania! Siamo nel 1925, a Berlino, e inizia così la storia della divisione Automotive di Osram.
Cento anni fa, dunque, un secolo in cui l’evoluzione delle luci continua con step ben definiti. Negli anni 60 arrivano le lampade alogene, più efficienti di quelle a incandescenza utilizzate fino a quel momento. Nel 1971 nasce la lampadina alogena H4, ancora oggi montata come primo equipaggiamento per molte utilitarie. Negli anni 90 si profilano all’orizzonte i proiettori allo xeno, mentre nel settore delle lampadine alogene debuttano le H7, diffusissime ancora oggi.
Il nuovo millennio verrà invece ricordato come quello della diffusione dei led nel mondo automotive. Ed è così che, per chi vuole aggiornare la propria automobile dotata di lampadine alogene, nascono i kit per sostituirle con appositi sistemi a led che si installano nell’alloggiamento originario, lasciando una centralina esterna, ovviamente dotata di apposito cablaggio. Ma non si può integrare il tutto, si saranno chiesti in molti?
Sì, si può. E siamo ai giorni nostri, all’evento organizzato dalla filiale italiana di Osram per festeggiare i suoi primi 100 anni che porta una novità davvero interessante proprio nel settore delle lampade led retrofit: ecco la nuova H7, che integra tutti i componenti nello spazio di una lampadina tradizionale. In altre parole, non ha più il cablaggio esterno e non necessita di adattatori o cappucci esterni.
Questa lampadina plug&play si chiama Night Breaker Led Speed e offre una sostituzione della lampada alogena 1:1 in termini di dimensioni, fornendo al contempo prestazioni luminose (e durata, per la natura stessa dei led) di gran lunga migliori. Da quanto dichiara Osram “garantiscono una moderna e brillante luce bianca con una temperatura di colore fino a 6000 Kelvin, un flusso luminoso stabile anche a bassa tensione della batteria e colpiscono per la loro eccezionale luminosità, mentre l’abbagliamento degli altri utenti della strada scende al di sotto dei valori massimi consentiti del 50%. Rispetto alle lampade standard, come le lampade alogene, queste lampade led retrofit consumano fino al 60% in meno di energia e convincono grazie alla tecnologia led e al design resistente alle vibrazioni appositamente sviluppato, con una durata fino a sei volte maggiore (rispetto alle alogene tradizionali, ndr)”.
Omologate per l’uso stradale, offrono una garanzia di cinque anni, che diventa di sei se vengono acquistate e installate da un’officina professionale. Ci appuntiamo questo step datato 2025 per il prossimo articolo di storia sull’illuminazione
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