
Nessuna marcia indietro, stavolta. Né colpi di scena. Donald Trump, quando in Italia erano passate le 22.30, ha firmato l’ordine esecutivo che alleggerisce i dazi ‘sovrapposti‘ per andare incontro alle aziende automobilistiche Usa, così come era stato anticipato in mattinata da fonti giornalistiche e poi confermato dalla Casa Bianca. “Vogliamo solo aiutare durante questo periodo di transizione. È a breve termine”, ha spiegato il presidente americano prima di partire per Detroit (Michigan), cuore dell’industria automobilistica americana, per celebrare i suoi primi 100 giorni di governo.
Anche se le tariffe del 25% sulle vetture importate negli Stati Uniti continueranno, l’ordine previene che dazi aggiuntivi, come quelli sull’acciaio e l’alluminio, si sommino. Ma rivede anche le tariffe sui componenti, che entreranno in vigore il 3 maggio: i costruttori che producono e vendono negli Usa possono ottenere alcuni rimborsi, anche fino al 3,75% del valore della vettura.
La Casa Bianca ha pubblicato sul suo sito web la disposizione che disciplina il regime di riduzione biennale per le fatture doganali dei produttori. Per tutti i veicoli prodotti e venduti negli Stati Uniti che utilizzano parti di ricambio importate, i produttori americani e stranieri potranno dedurre il 15% del prezzo di vendita consigliato nel primo anno – e il 10% nel secondo – dai dazi doganali del 25% sulle importazioni successive.
La disposizione specifica che ciò corrisponderà a una detrazione del 3,75% del prezzo consigliato nel primo anno (dal 3 aprile 2025 al 30 aprile 2026) e del 2,50% nel secondo (dal primo maggio 2026 al 30 aprile 2027). Si tratta di “una deduzione, non di un rimborso”, ha dichiarato il funzionario, sostenendo che questo periodo di due anni è stato ritenuto sufficiente dai produttori per creare una catena di approvvigionamento negli Stati Uniti.
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