
Si è svolto ieri a Roma il corteo funebre che ha accompagnato Papa Francesco nel suo ultimo viaggio terreno. Dopo la messa solenne celebrata nella Basilica di San Pietro, la salma è stata trasportata fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore a bordo di un Dodge Ram 1500 ‘Classic’. Una scelta insolita per un corteo papale, ma perfettamente in linea con lo stile sobrio e vicino al popolo che ha caratterizzato tutto il pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
La scelta di affidare l’ultimo viaggio terreno di Papa Francesco a un Dodge Ram 1500 non è frutto del caso. Il veicolo, acquistato usato per poco più di 15.000 euro, era già stato utilizzato dal Pontefice come papamobile durante il viaggio pastorale in Messico nel 2016, per poi essere donato ufficialmente al Vaticano l’anno seguente in occasione del 25º anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Prodotto nello stabilimento Stellantis di Saltillo, in Messico, il Ram 1500 porta in sé quindi una doppia identità: americana per il marchio, messicana per la fabbricazione. E in un contesto segnato dai dazi di Trump è difficile non pensare anche a un duplice messaggio nella scelta di questa vettura.

La coerenza nelle scelte automobilistiche di Papa Francesco è stata evidente fin dall’inizio del pontificato. In netta rottura con le abitudini dei predecessori, Bergoglio scelse per i suoi spostamenti quotidiani una modesta Ford Focus del 2006 appartenente al parco auto vaticano, rifiutando le berline di rappresentanza (come la Mercedes Classe S) solitamente riservate al Santo Padre. Un gesto che non aveva bisogno di molte spiegazioni: voleva essere – ed essere visto – come uno tra la gente.

Anche nei viaggi ufficiali, la linea della semplicità fu mantenuta. Emblematica fu la scelta della Fiat 500L durante la prima visita negli Stati Uniti nel 2015, quando a guidare la Casa Bianca era ancora Barack Obama. Una piccola utilitaria italiana, discreta e compatta, che fece il giro del mondo come simbolo di un papato più umano e accessibile. Auto che il pontefice utilizzò nei suoi spostamenti quotidiani negli ultimi anni del suo pontificato in sostituzione alla Focus.
Il Vaticano, sotto la sua guida, avviò anche un progressivo rinnovamento del parco auto con l’introduzione di veicoli elettrici, nel quadro di una più ampia strategia volta alla riduzione delle emissioni. Un tema che abbiamo approfondito in questo articolo dedicato.
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