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Tesla fuori dalle flotte aziendali in Germania

di Redazione - 09/04/2025

Mandatory Credit: Photo by Scott Brauer/ZUMA Press Wire/Shutterstock 

Testo di Mattia Eccheli 

Gli automobilisti tedeschi (e non solo) provano ad “assicurare” la propria Tesla con adesivi che si possono ordinare a partire da una manciata di euro: “I bought this before Elon went crazy” (ho comprato questa prima che Elon diventasse pazzo). Ma i problemi dei conducenti non sono quelli di Musk, che in Germania, il più grande mercato d’Europa, deve arginare una diaspora di clienti: quella dei gestori delle flotte. L’ultima rinuncia è quella della Telekom, il colosso della telecomunicazioni che ha un parco auto di 18.000 veicoli, il secondo più grande del Paese.

Appena 992 auto aziendali consegnate nel bimestre

Un valzer degli addii, che per il momento non è dato sapere quanto sia provvisorio. Nel 2019 Tesla aveva consegnato 3.867 auto aziendali su circa 10.000 registrazioni, con una penetrazione decisamente inferiore alla media: il canale privati vale infatti circa un terzo del mercato.

Nell’anno record, il 2022, la casa americana aveva commercializzato in Germania 58.000 macchine, di cui 16.000 aziendali, lievitate poi a 25.000 nel 2023, quando i volumi complessivi erano scesi, complici 37.000 targhe “private”.

Poi il crollo del 2024 a quota 36.000, di cui 14.000 aziendali: un po’ perché sono stati aboliti gli incentivi pubblici, un po’ perché il governo (prima ancora di eliminare i bonus) aveva imposto almeno 12 mesi di possesso prima della vendita (molte elettriche, incluse quelle a marchio Tesla, finivano molto presto sui mercati vicini e dalla Scandinavia), un po’ per via delle prime uscite poco diplomatiche (un eufemismo) di Musk e, ancora, un po’ per le politiche finanziarie del costruttore. Il 2025 è cominciato male anche sulla scorta dell’uscita di scena della “vecchia” Model Y, la best seller, e l’arrivo di quella nuova. Nei primi due mesi Tesla ha consegnato quasi 2.670 macchine, nemmeno mille (992) delle quali alle flotte.

Da Tesla avevano già “divorziato” SAP, Rossmann e in parte Hertz

La SAP, che con 29.000 auto dispone della più grande flotta tedesca, aveva già rinunciato ai modelli della casa di Musk per ragioni finanziarie, la società di noleggio Hertz si voleva sbarazzare delle Tesla tanto da aver chiesto ai clienti chi se la voleva tenere, mentre la catena Rossmann se ne era congedata per le dichiarazioni del suo numero uno. In ordine di tempo, come ha rivelato la Automobilwoche, l’ultima ad aggiungersi ad una lista sempre più lunga (secondo un sondaggio del Deutsche Automobil Treuhand un terzo dei gestori starebbe considerando l’addio a Tesla), è stata la Telekom.

La società quotata alla Borsa di Francoforte ha tolto le elettriche americane dalla propria “car list”: “La domanda tra i nostri dipendenti era semplicemente troppo bassa”, ha sintetizzato Olga Nevska, numero uno della Telekom Mobility Solutions. L’elenco viene rivisto e aggiornato ogni trimestre anche in base alle richieste, oltre che in relazione alle offerte finanziarie.

A penalizzare Tesla ci sono anche una rete di assistenza di appena 50 officine cui non basta il supporto delle unità mobili per garantire un servizio capillare, dai prezzi altalenanti che hanno pesanti ripercussioni sul valore dell’usato e anche dalla disponibilità di nuovi modelli con autonomie concorrenziali. E le esternazioni di Musk a favore di un partito, la AfD, che oltre a essere xenofobo e antieuropeista è contrario anche all’ampliamento dell’infrastruttura di ricarica non raccolgono troppe simpatie fra i potenziali clienti e sempre meno anche fra i gestori delle flotte.

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