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Renault e Nissan ridisegnano l’alleanza su India ed elettrico

di Marco Triulzi - 31/03/2025

 

L’alleanza tra Renault e Nissan cambia volto, ancora una volta. A oltre vent’anni dalla sua nascita e dopo mesi di trattative, le due case automobilistiche hanno aggiornato i termini della loro partnership, introducendo modifiche che riflettono non solo scelte industriali divergenti, ma anche la diversa posizione finanziaria dei due gruppi. Il nuovo assetto prevede una riduzione della partecipazione incrociata: entrambi i partner avranno la possibilità di scendere al 10% del capitale l’uno dell’altro, rispetto al precedente 15%. Un segnale chiaro che punta alla progressiva separazione operativa, pur mantenendo un legame strategico.

La fine della joint venture in India

Tra i primi effetti concreti di questa nuova fase, Renault ha annunciato il pieno controllo di Renault Nissan Automotive India Private Ltd, la divisione indiana del gruppo. Tradotto: la Casa francese ha acquisito il 51% di Nissan, assumendo la guida esclusiva dello stabilimento di Chennai. Una mossa che si inserisce in una strategia più ampia di consolidamento della propria presenza nei mercati emergenti, con l’obiettivo di rafforzare la produzione e l’offerta di modelli entry-level, anche elettrici, destinati a mercati ad alto potenziale di crescita. Lo stabilimento di Chennai ha infatti una capacità produttiva di

Nissan esce da Ampere

Nissan, dal canto suo, ha rinunciato all’impegno di investire 600 milioni di euro in Ampere, la società fondata da Renault per lo sviluppo della gamma elettrica. L’annuncio non sorprende: già da mesi era evidente la distanza strategica tra le due aziende. Renault ha puntato con decisione sulla separazione delle attività elettriche, mentre Nissan ha preferito un approccio più prudente e interno. Resta in piedi una forma di collaborazione tecnica: Ampere produrrà un modello elettrico progettato da Nissan, basato sulla piattaforma della Renault Twingo.

 

Crisi di identità

Questi sviluppi arrivano in un momento complesso per Nissan. Il gruppo giapponese, reduce da anni difficili e ancora scosso dagli strascichi del caso Ghosn, si trova a dover affrontare una ristrutturazione profonda. Il nuovo Ceo della casa nipponica Ivan Espinosa, che entrerà in carica il 1° aprile, eredita un’azienda in affanno sul piano della redditività e con un’identità industriale ancora da ridefinire. Le vendite globali sono in calo, la gamma prodotti fatica a imporsi nei mercati chiave, e il piano di rilancio appare frammentato.

Negli ultimi mesi, si è parlato molto di una possibile fusione con Honda. Le trattative si sono però arenate, secondo fonti interne, per divergenze sulla governance e sul futuro assetto del gruppo. Honda avrebbe voluto assorbire Nissan come sussidiaria, un’ipotesi respinta da Tokyo per preservare l’indipendenza industriale del marchio.

Honda e Nissan pronte alla fusione per dominare l'era elettrica

Strategie divergenti

Il nuovo assetto dell’alleanza Renault-Nissan fotografa due strategie opposte. Renault sta spingendo sull’elettrificazione e sulla creazione di business dedicati. Ha già quotato Ampere, con l’obiettivo di attrarre investimenti e accelerare lo sviluppo tecnologico. Nissan, invece, sta cercando di recuperare solidità finanziaria prima di affrontare nuovi fronti, ed è ancora alla ricerca di una narrazione convincente per il proprio futuro nel mercato elettrico.

Renault continua a detenere il 36% del capitale Nissan, anche se la riduzione della partecipazione è ora possibile. La mossa più importante, però, riguarda la governance. Con il nuovo patto, i diritti di voto sono stati riequilibrati, rimuovendo uno degli elementi più controversi degli ultimi anni. Il rapporto di forza, in apparenza sbilanciato a favore di Renault, aveva alimentato tensioni e sospetti all’interno del board Nissan.

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