
Nel primo pomeriggio di ieri (tarda serata da noi in Italia) il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato i nuovi dazi permanenti su tutte le automobili importate negli Stati Uniti che entreranno in vigore dal 2 aprile.
“Quello che faremo è un dazio del 25% su tutte le auto che non sono fabbricate negli Stati Uniti”, ha dichiarato Trump, elevando l’attuale tariffa base del 2,5%.
Trump ha precisato che le componenti automobilistiche conformi all’accordo commerciale USMCA (accordo Stati Uniti-Messico-Canada, in vigore dal 2020) rimarranno esenti dai nuovi dazi, almeno temporaneamente, fino a quando non sarà definito un meccanismo per tassare eventuali contenuti non statunitensi. Il presidente ha promesso “controlli molto rigorosi”.
Secondo Trump, la misura consentirà agli Stati Uniti di incassare tra “600 milioni e un trilione di dollari nei prossimi due anni”. Con l’intenzione di rendere più vantaggioso per gli americani acquistare auto prodotte in patria. Trump ha inoltre annunciato incentivi fiscali specifici: “Chi acquisterà con un finanziamento un’auto prodotta in America potrà dedurre gli interessi dalla dichiarazione dei redditi.”
L’annuncio ha immediatamente provocato una reazione negativa sui mercati finanziari. Wall Street ha chiuso in netto ribasso, già allarmata dalle dichiarazioni anticipate della portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, che aveva anticipato la decisione sui dazi automobilistici. Il Dow Jones ha perso lo 0,3%, l’S&P 500 ha segnato un ribasso dell’1,1%, mentre il Nasdaq è crollato del 2%. Colpiti anche i titoli delle principali case automobilistiche statunitensi, con Tesla in calo del 5,6%, General Motors del 3,1%, mentre Ford ha contenuto le perdite chiudendo in lieve rialzo (+0,1%).
Immediate e critiche le reazioni internazionali. Candace Laing, presidente della Camera di Commercio canadese, ha sottolineato che circa il 22% delle automobili nordamericane è prodotto attraverso una catena di approvvigionamento interconnessa tra Michigan e Ontario. “Siamo profondamente delusi dall’ostinata ricerca da parte dell’amministrazione statunitense di politiche commerciali che danneggiano americani e canadesi”, ha affermato Laing.
Decisa anche la risposta europea: la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen si è detta “profondamente rammaricata” per la decisione americana. “I dazi sono tasse, negative per le imprese e ancor peggio per i consumatori negli Stati Uniti e nell’Unione Europea” ha dichiarato Von der Leyen. Dopodiché ha aggiunto che l’Ue valuterà attentamente questa decisione, continuando a negoziare ma proteggendo al contempo i propri interessi economici, i lavoratori e i consumatori europei.
Fonte: Reuters
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