
Lo scorso venerdì 21 marzo il Mit ha inviato a Bruxelles una bozza del decreto attuativo sull’omologazione degli autovelox, fissando al 24 giugno il periodo massimo per sollevare eventuali osservazioni. Tutto risolto, quindi? Assolutamente, no.
Il colpo di scena si è consumato ieri 23 marzo quando il Mit, con una nota, ha comunicato di aver sospeso l’iter del decreto che era stato già inoltrato a Bruxelles, così come risulta dalla notifica 2025/0159/IT (Italy) proveniente dalla Commissione Europea.
Ad oggi, quindi, l’iter del Decreto ministeriale per l’omologazione del prototipo, la taratura e le verifiche periodiche di funzionalità dei dispositivi e sistemi per l’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità, è stato sospeso. Secondo il Mit “servono ulteriori accertamenti”.
Come riportato da Citynext, secondo quanto anticipato in una interrogazione parlamentare l’11 febbraio scorso, presso la IX Commissione Permanente Trasporti, poste e telecomunicazioni alla Camera, sulla bozza del decreto, che era stato inoltrato alla Commissione Europea, gli autovelox approvati dal 2017 dovevano essere considerati omologati.
Questo un passo del testo: “…i criteri di omologazione individuati nello schema di decreto sono volti a garantire la massima affidabilità e precisione delle misurazioni effettuate dagli autovelox, al fine di ridurre errori di rilevazione e disallineamenti tra un dispositivo e l’altro, in continuità con quanto già previsto dal decreto del MIT n. 282 del 2017. Ne deriva che i dispositivi approvati dal 2017 in poi risultano coerenti con i requisiti di omologazione individuati dallo schema di decreto”.
Ciò significa che i dispositivi approvati nel 2017 dovevano essere considerati omologati.
La situazione attuale è tutt’altro che chiara poiché, potenzialmente, i Comuni presso le cui strade dovessero essere installati dispositivi autovelox non omologati sono ancora soggetti a potenziali ricorsi. Esattamente come abbiamo detto in QUESTO articolo.
La Corte di Cassazione alcune settimane fa, confermando i sequestri degli apparecchi T-Exspeed 2.0, che sono stati l’oggetto dell’indagine della Procura della Repubblica di Cosenza, ha mosso l’accusa di frode nei confronti dell’imprenditori che li ha forniti, reo di aver consegnato ai Comuni dispositivi non conformi rispetto a quanto precedentemente pattuito.
Il Mit non sembra avere le idee molto chiare in merito alla questione approvazione-omologazione. Il Viminale il 23 gennaio 2025 in una circolare inviata alle Prefetture comunicava il parere dell’Avvocatura di Stato, che sconfessava quanto sentenziato dalla Cassazione, equiparando omologazione e approvazione.
L’ultima sentenza della Cassazione a sua volta ha tuttavia sconfessato lo stesso Mit, sostenendo la necessità che gli apparecchi debbano essere omologati, aprendo nuovamente la porta a una (potenziale) pioggia di ricorsi.
La bozza del decreto sugli autovelox inviata a Bruxelles sembrava aver rimesso in ordine le cose. Ma il recente colpo di scena ha rimesso tutto in discussione.
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