
Bruxelles non ha eliminato le sanzioni per chi supera i limiti di CO2, ma ha concesso più tempo per adeguarsi. Così le case automobilistiche continuano ad organizzarsi riunendosi in pool per evitare le multe miliardarie. Le ultime ad adottare questa strategia sono Suzuki e Honda che hanno annunciato alla Commissione europea il loro ingresso nel maxi pool gestito da Tesla.
Un pool emissivo è un consorzio di case automobilistiche che aggregano le proprie flotte per calcolare congiuntamente le emissioni di CO2 e rientrare nei limiti imposti dall’UE. In questo sistema, produttori con una gamma di veicoli elettrici, come Tesla, possono cedere i loro crediti di carbonio a marchi con flotte ancora dipendenti dai motori termici, compensando così le emissioni in eccesso.

Suzuki e Honda si uniranno così al maxi pool di Tesla che vede già al suo interno altre case automobilistiche quali Stellantis, Toyota, Ford, Mazda e Subaru, tutte impegnate a rispettare i target intermedi di riduzione delle emissioni previsti dalle normative CAFE dell’UE, a partire da quest’anno, pari a 94 grammi di Co2 per chilometro.
Tesla, che produce esclusivamente veicoli elettrici, genera un surplus di crediti di carbonio, vendendoli ad altri produttori. Questo sistema rappresenta per l’azienda una fonte di ricavi significativa: nel 2023, la vendita di crediti di carbonio ha costituito quasi il 3% dei suoi 72 miliardi di dollari di fatturato nei primi nove mesi dell’anno.

Oltre al pool di Tesla, l’altra grande alleanza che si sta formando per affrontare le normative UE è quella di Mercedes che ha scelto di unirsi a Polestar, Volvo e Smart, marchi controllati dal gruppo cinese Geely, per vendere crediti di carbonio e garantire la conformità ai target del 2025.
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