
L’azienda svedese Northvolt, che incarna uno dei più ambiziosi progetti europei nel settore delle batterie destinate ai veicoli elettrici, ha dichiarato bancarotta. A riprendere la notizia è la Reuters, che riporta che la decisione è stata annunciata dal presidente Tom Johnstone in una conferenza stampa.
Quello della Northvolt segna uno dei più grandi fallimenti aziendali nella storia della Svezia e rappresenta una battuta d’arresto significativa per l’industria automobilistica europea.
“Questa è stata una decisione che non abbiamo preso alla leggera” ha dichiarato Johnstone, sottolineando che ogni possibile alternativa era stata esplorata prima di ricorrere alla bancarotta. La crisi finanziaria dell’azienda, acuitasi negli ultimi mesi, mette a rischio circa 5.000 posti di lavoro e ha un impatto diretto sulla cittadina di Skelleftea, sede dello stabilimento principale di Northvolt.
Già a novembre, Northvolt aveva chiesto la protezione fallimentare ai sensi del Chapter 11 negli Stati Uniti, mentre la sua liquidità si riduceva drasticamente. I documenti depositati presso i tribunali statunitensi indicano un debito di oltre 8 miliardi di dollari, un valore che rende questa bancarotta una delle più rilevanti nella storia aziendale svedese dopo il fallimento di Saab Automobile oltre dieci anni fa.
La procedura di bancarotta sarà supervisionata da un fiduciario nominato dal tribunale, che avrà il compito di gestire la vendita dei beni di Northvolt e di soddisfare, per quanto possibile, le obbligazioni in sospeso dell’azienda.

Il fallimento di Northvolt è il risultato di molteplici fattori:

La Northvolt era considerata una delle migliori speranze europee per ridurre la dipendenza delle Case automobilistiche occidentali dallo strapotere dei produttori cinesi di batterie, come CATL e BYD. Con il suo fallimento, il settore automobilistico europeo perde una risorsa chiave, aumentando ulteriormente la sua vulnerabilità di fronte alla concorrenza asiatica.
“Molte cose non sono andate per il verso giusto e il prezzo viene ora pagato dai nostri membri”, ha dichiarato Marie Nilsson, leader del sindacato IF Metall.
La Northvolt, fondata nel 20215 con l’obiettivo iniziale di 170 GWh di capacità in Europa, tre stabilimenti e la piena integrazione della produzione, ha incontrato molteplici ostacoli negli ultimi anni.
Da precisare che l’istanza di fallimento non riguarda le operazioni della Northvolt in Germania, Nord America e Polonia. Mentre il governo canadese sta cercando un acquirente per lo stabilimento in Quebec. In Germania, il ministro dell’Economia Robert Habeck spera in un investitore che possa garantire il futuro dello stabilimento tedesco.
In Svezia, il governo ha promesso supporto ai dipendenti e si augura di trovare un nuovo proprietario per Northvolt. “Ciò che sta accadendo a Skelleftea nel breve periodo avrà ripercussioni molto più gravi sulla Svezia e sull’Europa”, ha dichiarato il sindaco della città, Lorents Burman.
Il fallimento di Northvolt mette in risalto le sfide affrontate dall’Europa, che sta cercando, con non poca fatica, di creare una filiera delle batterie competitiva rispetto ai giganti asiatici.
La speranza è che gli stabilimenti ancora operativi della Northvolt possano trovare investitori solidi in grado di garantire la continuità dell’azienda.

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