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Tesla (s)profondo rosso, Trump: “la compro io”

di Emiliano Ragoni - 11/03/2025

La Tesla sta perdendo sempre più terreno. A Wall Street il titolo ha perso oltre il 15%, un segno rosso che rappresenta un “termometro” piuttosto fedele dello storico momento della società americana.

Come atto simbolico, per venire incontro all’azienda del suo amico e sostenitore Musk, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha dichiarato sulla sua piattaforma Truth Social, che comprerà una nuova Tesla questa mattina: “i lunatici della sinistra radicale, come spesso accade, stanno cercando di boicottare illegalmente e collusivamente la Tesla, una delle più grandi case automobilistiche del mondo e la `creatura´ di Elon, per attaccare e danneggiare Elon e tutto ciò che rappresenta (…) Domani mattina comprerò una Tesla nuova di zecca come dimostrazione di fiducia e sostegno a Elon Musk, un vero grande americano”.

Il tonfo Tesla in Cina

Il brusco calo in borsa è la cartina di tornasole del periodo contingente in Cina, dove le vendite di Tesla sono calate del 49,2% a febbraio rispetto a un anno prima, scendendo a 30.688 unità, il minimo dall’agosto del 2022. Secondo la Reuters, la Casa americana, che produce Model 3 e Model Y in Cina, ha venduto 93.926 veicoli di produzione cinese in tutto il mondo nei primi due mesi, con un calo del 28,7% rispetto all’anno precedente (fonte: dati China Passenger Car Association CPCA-).

BYD corre

La rivale cinese BYD, con la serie di veicoli elettrici e ibridi plug-in Dynasty e Ocean, ha registrato un aumento del 90,4% nelle vendite di veicoli, raggiungendo le 614.679 unità lo scorso mese di febbraio. L’azienda americana in Cina, mercato dove è sempre stata dominante negli ultimi anni, paga quindi lo scotto della concorrenza interna. Anche la minaccia di Xiaomi e della sua berlina coupé SU7 è concreta.

Giù anche in Europa

In Europa il calo delle vendite a febbraio (QUI  per saperne di più) è ancora più consistente: -76% in Germania (1.429 unità), -45% in Francia, -54% in Italia, -44,4% in Norvegia (gennaio e febbraio).

Il picco delle vendite dell’azienda americana è essenzialmente dovuto a due fattori. Il primo fattore può essere definito fisiologico perché la concorrenza è aumentata e perché la Model Y, che è stata l’auto più venduta al mondo nel 2023 e nel 2024, è stata sostituita dalla nuova versione, che dovrebbe indubbiamente spingere le vendite della compagnia guidata da Elon Musk.

Una Tesla senza Musk?

Il numero uno di Tesla con il suo ruolo di braccio destro di Trump si è esposto molto politicamente: è diventato un personaggio divisorio, ha appoggiato i governi di estrema destra, e questo gli ha fatto perdere una buona parte dell’utenza che era la sua realtà.

La Tesla è un’azienda automobilistica che è stata plasmata da Elon Musk, e che si è affermata anche grazie ai suoi sostenitori-fan, che idolatravano Elon Musk e la sua visione di “voler salvare il mondo dai cambiamenti climatici”.

Crollata l’idolatria, questo solido blocco di fan disposto un po’ tutto per difendere Tesla e il suo paladino Elon Musk, sembra essere crollata anche la Tesla. Tuttavia, la società americana rimane una solida compagnia automobilistica che ha dimostrato di saper vendere anche a livello globale le auto elettriche come nessuno fino ad ora.

Attualmente la società è ostaggio di Elon Musk e questa sua sovraesposizione non sembra portare dei benefici alla Tesla. Gli stakeholder e gli azionisti di maggioranza, se le cose dovessero continuare ad andare male, potrebbero chiedere a Musk addirittura di fare un passo indietro.

I prossimi mesi saranno determinanti

La Tesla potrebbe esistere anche senza Elon Musk? Sì, perché indubbiamente ormai non può essere più considerata una start-up: ha un’infrastruttura solida, ha un portafoglio prodotti completo e dispone di un solido know-how sulle auto elettriche, guida semi autonoma e intelligenza artificiale.

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