BYD, gigante cinese nella produzione di batterie e veicoli elettrici, sta valutando l’apertura di un terzo impianto produttivo in Europa, dopo quelli già in costruzione in Ungheria e Turchia. La decisione sulla localizzazione potrebbe arrivare entro i prossimi 18-24 mesi, secondo quanto dichiarato da Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD, in un’intervista alla rivista tedesca Automobilwoche. L’Italia potrebbe essere della partita? Non lo sappiamo. Certo è che Alfredo Altavilla, Special Advisor per l’Europa del marchio cinese, potrebbe essere un buon alleato in questa scelta.
L’apertura di impianti produttivi in Europa è una mossa strategica per BYD al fine di evitare i dazi imposti dall’Unione Europea sulle auto elettriche importate dalla Cina, entrati in vigore nel 2024. Se i veicoli vengono prodotti direttamente in Europa, non sono soggetti alle tariffe doganali, consentendo a BYD di mantenere prezzi competitivi senza subire penalizzazioni. Questo spiega l’accelerazione dell’azienda nel costruire stabilimenti nel continente, con il possibile sviluppo di una fabbrica di batterie in aggiunta agli impianti automobilistici.
Nel 2024, BYD ha venduto 4,27 milioni di veicoli a livello globale, registrando un incremento del 41,3% rispetto all’anno precedente. Questo risultato ha permesso all’azienda di superare marchi storici come Honda e Ford, diventando il terzo produttore mondiale per volume di vendite, dietro solo a Toyota e Volkswagen. I numeri evidenziano la forte crescita di BYD, che punta a consolidare la sua presenza in Europa con un’espansione strategica della rete produttiva e commerciale.
Per conquistare il mercato europeo, BYD ha adottato una strategia aggressiva: l’introduzione di un nuovo modello ogni sei mesi. Un esempio è il recente lancio dell’Atto 2, suv elettrica compatta già ordinabile a un prezzo promozionale di 27.900 euro. Infatti di quest’ultimo modello come di altri modelli della gamma arriveranno in seguito in Europa e in Italia le varianti ibride.
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