
Stellantis vuole “tagliare” il costo delle auto elettriche utilizzando batterie con la chimica al litio zolfo. Questa tipologia di accumulatori dovrebbe debuttare nel 2030 con la nuova generazione della Fiat 500 elettrica. A riportare l’indiscrezione è Autocar.
La tecnologia è stata sviluppata in collaborazione con la società texana Zeta Energy, fondata nel 2014 e che ha nel suo core business proprio lo sviluppo delle batterie al litio-zolfo. Tra le peculiarità di questa tipologia di accumulatore vi è la maggiore quantità di energia che può immagazzinare in relazione al suo peso (densità energetica gravimetrica). Inoltre, le batterie Li-S sono più economiche (un pacco batterie può rappresentare anche il 40% del costo di un EV) poiché, tra le altre cose, non richiedono nichel, manganese, cobalto o grafite.
Il catodo (elettrodo positivo) della batteria Zeta Energy-Stellantis è realizzato con materiali di carbonio solforato, che dovrebbe assicurare stabilità e offrire prestazioni migliori rispetto ai catodi a base di metallo.
L’anodo (elettrodo negativo), esattamente come nelle comuni batterie al litio, è di tipo metallico, ma è costituito da nanotubi di carbonio allineati verticalmente, disposti come delle piccole cannucce di carbonio in piedi e piene di ioni di litio (vedi foto sotto). Questa soluzione, oltre a non solubilizzare lo zolfo, non dovrebbe produrre dendriti, le formazioni tentacolari che si protendono verso il catodo, penetrano nella membrana di separazione tra i due elettroni e causano un cortocircuito in grado di distruggere la batteria.

Le differenze principali tra gli accumulatori attuali risiedono nella chimica del catodo (elettrodo positivo) e dell’anodo (elettrodo negativo) di ciascuna cella. Tutte le batterie agli ioni di litio esistenti hanno anodi a base di grafite, con catodi costituiti dai materiali che conferiscono il nome alle diverse tipologie.
Attualmente sono essenzialmente due i tipi di batterie più comuni: litio-ferro-fosfato (LFP) e nichel-manganese-cobalto (NMC). Una batteria con chimica NMC ha una maggiore densità energetica: viene utilizzata dalla Tesla sulle EV performanti. Mentre una LFP è più sicura e duratura e utilizza materiali più economici e meno dannosi per l’ambiente.
Il litio-solfuro si pone come una soluzione che promette di ricavare il meglio dalle sopracitate chimiche, poiché non richiede nichel, manganese, cobalto o grafite.

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