
Il governo italiano si prepara ad aumentare le accise sul diesel, avviando un percorso che potrebbe portare, nel medio termine, all’allineamento del prezzo di gasolio e benzina. Una misura annunciata da tempo, ma che ora sembra prossima a diventare realtà, con implicazioni significative per i consumatori e per le casse dello Stato. L’obiettivo principale? Recuperare 500 milioni di euro da destinare al rinnovo del contratto nazionale del trasporto pubblico locale per il triennio 2024-2026, che interessa circa 110mila lavoratori del settore.
Attualmente, le accise sul diesel sono inferiori rispetto a quelle sulla benzina (0,6174 euro/litro contro 0,7284 euro/litro). Questa disparità ha garantito un vantaggio economico al gasolio come si può verificare ai distributori. La Commissione europea, da tempo, preme per un aggiornamento della fiscalità sui carburanti, legandola maggiormente agli effetti ambientali.
Il piano del governo prevede un incremento iniziale di un centesimo al litro sull’accisa del diesel, accompagnato da una contestuale riduzione di pari entità per la benzina. Con questa manovra, già nel 2025, le casse dello Stato potrebbero raccogliere circa 200 milioni di euro, sfruttando i maggiori volumi di diesel circolanti in Italia rispetto alla benzina. Entro il 2030, l’obiettivo dichiarato è un riallineamento completo, che genererebbe un gettito annuale aggiuntivo di circa 600 milioni di euro.
L’allineamento delle accise, previsto nell’arco di cinque anni, risponde anche all’impegno assunto dall’Italia con l’Unione Europea per eliminare i cosiddetti “sussidi ambientalmente dannosi”. La misura, però, non è priva di polemiche: l’aumento del costo del diesel potrebbe avere ricadute sui settori che dipendono fortemente da questo carburante, come il trasporto merci su gomma, con possibili effetti a cascata sui prezzi al consumo. Le opposizioni sono passate alla carica contro una misura giudicata
A sostenere il piano, tuttavia, vi è anche il parere positivo della Conferenza Unificata, che ha approvato lo schema di decreto legislativo sul riordino della fiscalità dei carburanti. Il documento specifica che eventuali maggiori entrate derivanti dalla misura dovranno essere destinate al finanziamento del trasporto pubblico locale, un settore che da anni necessita di risorse per migliorare infrastrutture e condizioni lavorative.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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