
Testo di Mattia Eccheli
Con l’ufficializzazione dei nomi degli ultimi due piloti – Dan Ticktum (il sesto britannico su 22 driver) e David Beckmann (il tedesco numero tre) – la Formula E è pronta per la Stagione 11, che scatta sabato in Brasile, dove lo scorso marzo una monoposto Nissan, quella con le insegne della Neom McLaren guidata da Sam Bird, aveva regalato il primo successo al costruttore giapponese. I piloti sono quelli della scuderia ex ERT, che ha cambiato proprietà (è stata rilevata da un fondo di investimento di Los Angeles) e nome, perché è diventata Cupra Kiro.
Il nuovo campionato è articolato su 16 gare distribuite in 10 paesi di 4 continenti: si comincia il 7 dicembre con l’ePrix di San Paolo e si finisce il 27 luglio con le due gare di Londra. Le corse sono in programma anche in Messico (gennaio), Arabia Saudita (febbraio, a Gedda e non più a Diriyah), negli Stati Uniti (a Miami e non a Portland, in aprile), a Monaco (due gare anziché una, in maggio), in Giappone (altre due prove a Tokyo, sempre in maggio), in Cina (ePrix numero 10 e 11 a Shanghai a cavallo tra maggio e giugno), in Indonesia (rientra Jakarta, in giugno) e Germania (il penultimo doppio evento a Berlino, in luglio).

Le monoposto Gen3 Evo hanno una nuova aerodinamica, montano pneumatici Hankook che garantiscono più presa e, soprattutto, possono sfruttare il motore anteriore anche per la trazione, che diventa integrale in qualifica, partenza e Attack Mode. Pascal Wehrlein (Tag Heuer Porsche) deve difendere il titolo individuale conquistato in estate a Londra, mentre la Jaguar TCS lotta per mantenere quello a squadre. I test ufficiali di Madrid, dove sono stati trasferiti dopo le alluvioni di Valencia, sembrano indicare una crescita di altri costruttori, della Nissan in particolare. In realtà, l’impressione è che il passo in avanti lo abbiano fatto quasi tutti.
Su tutti proprio la Cupra Kiro, che beneficia del powertrain Porsche, seppur non lo stesso delle monoposto della scuderia ufficiale Tag Heuer Porsche e di quella cliente Andretti. Resta il fatto che il costruttore tedesco avrà sei monoposto al via, cinque delle quali erano nella Top 10 alla fine delle prove generali di Madrid.

La Jaguar ne avrà quattro (le altre due sono della Envision Racing), così come la Nissan e come il gruppo Stellantis che schiera due bolidi con le insegne della DS Penske e due con quelle della Maserati. Poi ci sono due Mahindra e le due dell’inedito team costituito dalla Lola Motors con la giapponese Yamaha che si sono appoggiate alla esperta scuderia tedesca ABT. Ventidue bolidi elettrici e altrettanti piloti, fra i quali il solo vero debuttante è Zane Maloney (Barbados), ingaggiato proprio dalla Lola Yamaha ABT per affiancare il più esperto al via, il brasiliano Lucas di Grassi.

Il più giovane partente (20 anni) è Taylor Barnard, uno dei talenti della McLaren. Nemmeno quest’anno ci sono italiani al via, che ormai mancano dal 2022, quando Antonio Giovinazzi aveva corso per la Dragon Penske. Il tricolore “sventola” solo sulle Tipo Folgore della Maserati (Stoffel Vandoorne e Jake Hughes al volante), l’unico marchio italiano che abbia mai affrontato la Formula E, nella quale resterà almeno fino al 2030.
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