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I sussidi per le auto aziendali termiche fossili frenano la transizione

di Redazione - 21/10/2024

I sussidi per le auto aziendali termiche fossili frenano la transizione

Un recente studio commissionato dal gruppo ambientalista Transport & Environment (T&E) ha acceso i riflettori su un problema di grande rilevanza per la transizione ecologica: i sussidi governativi che favoriscono l’acquisto di auto aziendali a combustibili fossili.

La ricerca, condotta dalla società di consulenza Environmental Resources Management (ERM), ha evidenziato come i cinque maggiori paesi dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Polonia e Spagna) spendano annualmente 42 miliardi di euro per sovvenzionare queste vetture, una cifra pari a 45,60 miliardi di dollari. Tale cifra rappresenta un ostacolo significativo alla diffusione dei veicoli elettrici (EV), che si trovano a competere con alternative a benzina e diesel sostenute da incentivi statali.

Primi in classifica

L’Italia si posiziona al primo posto in questa classifica, erogando ben 16 miliardi di euro in sussidi per le auto aziendali a combustibili fossili. Seguono la Germania con 13,7 miliardi di euro, la Francia con 6,4 miliardi e la Polonia con 6,1 miliardi. La ricerca sottolinea come circa 15 miliardi di euro, distribuiti tra questi quattro paesi, siano destinati specificamente a sovvenzionare i SUV, veicoli noti per il loro elevato consumo di carburante e le maggiori emissioni inquinanti.

Le aziende offrono spesso le auto come benefit ai propri dipendenti, con significativi vantaggi fiscali che includono la compensazione delle tasse sui consumi e agevolazioni sull’utilizzo del carburante. Secondo lo studio, i conducenti di auto aziendali beneficiano di un vantaggio fiscale medio annuo di 6.800 euro, che può arrivare fino a 21.600 euro per i modelli più grandi e inquinanti. Questa disparità di trattamento fiscale tra veicoli elettrici e a combustione interna contribuisce a rendere i primi meno attraenti per le aziende e i loro dipendenti.

Transizione si o no?

Gli autori dello studio evidenziano l’illogicità di questa situazione: mentre la Commissione Europea promuove con forza la transizione ecologica, ingenti risorse pubbliche continuano a finanziare tecnologie obsolete e dannose per l’ambiente. Questo sistema di incentivi distorce il mercato automobilistico, rendendo i veicoli elettrici meno competitivi e rallentando il processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti.

I sussidi per le auto aziendali termiche fossili frenano la transizione

Il calo delle vendite di veicoli elettrici in Europa, in parte dovuto al loro costo ancora elevato rispetto ai modelli a combustione interna, è un segnale preoccupante. Le vendite di auto completamente elettriche sono diminuite del 44% nell’Unione Europea ad agosto. In questo contesto, lo studio di ERM evidenzia come solo il Regno Unito, ex membro dell’UE, offra incentivi finanziari ai conducenti di auto aziendali per passare ai veicoli elettrici.

Cosa cambia adesso?

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha incaricato il nuovo commissario per il clima, Wopke Hoekstra, di elaborare una proposta per l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili. L’auspicio è che questo intervento legislativo possa riequilibrare il mercato automobilistico, incentivando l’adozione di veicoli elettrici da parte delle aziende e favorendo una rapida transizione verso una mobilità più sostenibile.

Le auto aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove vendite di auto in Europa. Riformando il sistema di incentivi per questo segmento cruciale del mercato, l’Unione Europea potrebbe dare un forte impulso alla diffusione dei veicoli elettrici e al raggiungimento dei propri obiettivi climatici.

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