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Termini Imerese, nuovi orizzonti con Pelligra Italia

di Redazione - 13/08/2024

Si chiude un capitolo difficile per lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Dopo anni di incertezze e promesse non mantenute, l’ex fabbrica automobilistica sembra avviarsi verso una nuova fase, grazie all’accordo siglato tra governo, regione, sindacati e Pelligra Italia. L’imprenditore italo-australiano, noto anche per essere il patron del Catania calcio, si è aggiudicato l’asta per l’acquisto dell’area industriale con l’obiettivo di riqualificarla e ristrutturarla.

Nonostante l’entusiasmo manifestato dalle istituzioni e dalle parti sociali, il futuro di Termini Imerese rimane incerto. Il piano industriale di Pelligra Italia, infatti, non è ancora stato presentato nel dettaglio e si attendono maggiori chiarimenti sulle reali intenzioni dell’imprenditore. Dei 1.536 operai che una volta popolavano l’impianto, ne sono rimasti 533, mentre l’indotto, che un tempo dava lavoro a 700 persone, è praticamente scomparso.

Al di là delle polemiche e delle incertezze, è innegabile l’importanza strategica di questo accordo per lo sviluppo economico di Termini Imerese e dell’intera Sicilia occidentale. La riqualificazione dell’area industriale potrebbe infatti rappresentare un volano per la creazione di nuovi posti di lavoro e per l’attrazione di nuovi investimenti.

Termini Imerese, cosa succede adesso?

Secondo i termini dell’intesa, 350 lavoratori saranno assunti il 1° novembre 2024 da Pelligra Italia e parteciperanno a un programma di riqualificazione e formazione professionale. Altri 183 operai, che resteranno sotto l’amministrazione straordinaria, potranno beneficiare dell’isopensione a partire dal gennaio 2025.

Il ministro Urso ringrazia i sindacati “per aver creduto nell’azione del governo” e assicura che “nessuno resterà indietro”. Anche il governatore siciliano, Renato Schifani, ha sottolineato l’importanza della riprogrammazione del piano per l’occupabilità, che destina 30 milioni di euro del Fondo sociale europeo alla gestione della crisi ex Blutec.

 

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