Quanto segue non è certo un affronto alle vetture elettriche, perché per quanto il meteo sia cambiato, situazioni analoghe agli uragani che spesso ledono le coste degli Stati Uniti non ne abbiamo, al momento. Però è interessante sapere come certi elementi della natura possano essere nocivi, per non dire pericolosi rispetto proprio alle auto elettriche.
Una volta era la ruggine provocata dal sale il nemico pubblico di chi abitava in località di mare, oggi invece scopriamo come lo stesso sale possa essere potenzialmente dannoso per le Bev. Ovviamente lo scenario si riferisce a situazioni metereologiche estreme. Chiunque abiti in una località marittima non ha alcuna contro indicazione nell’acquistare una vettura elettrica.
Secondo l’Nhtsa, se una vettura elettrica viene sommersa da acqua marina, il sale residuo potrebbe essere causa di cortocircuito e quindi possibile causa di incendio della batteria. Per sommersa si intende che l’accumulatore sia almeno immerso nell’acqua, ovviamente a causa di una esondazione. Perché il problema si presenta quando l’esposizione è prolungata. Ma prima di entrare nel dettaglio di questa affermazione, che deriva da una casistica messa allo studio dalla Nhtsa, un breve cenno su come siano strutturate e come funzionino le batterie agli ioni di litio. Un “complesso” che immagazzina energia in forma chimica e la rilascia in forma elettrica attraverso una serie di reazioni elettrochimiche.
Per ottenere ciò sono costituite da un catodo, formato da particelle caricate positivamente, un anodo, formato invece da particelle caricate negativamente, e una soluzione elettrolitica liquida attraverso la quale gli ioni di litio scorrono dall’anodo al catodo. È questo movimento di ioni dall’anodo al catodo che realizza una corrente elettrica all’interno della batteria. C’è però un altro componente di cui tenere conto, noto come separatore. Il separatore è inumidito con elettrolita e forma un catalizzatore che favorisce il movimento degli ioni dal catodo all’anodo durante la carica e in senso inverso durante la scarica.
Chiarito il modus operandi delle batterie, torniamo alla pericolosità del sale marino. Secondo quanto rilevato dall’Nhtsa i residui di sale rimangono dopo che l’acqua si asciuga e possono creare “ponti” tra le celle della batteria, creando potenzialmente collegamenti elettrici che possono innescare un incendio. La combustione può avvenire anche dopo che un’auto è stata esposta all’acqua salata. Gli incendi legati a una batteria agli ioni di litio immersa nell’acqua salata non si verificano necessariamente subito dopo l’esposizione alla stessa, ma possono passare anche settimane. Tesla, a tal proposito, sconsiglia di guidare una vettura “vittima” di un allagamento. L’acqua dolce non presenta gli stessi rischi dell’acqua salata, anche se l’auto è completamente sommersa.
Il magazine americano Hagerty ha chiesto ad un esperto come il professor David Richardson, preside del Colleges of Liberal Arts and Sciences dell’Università della Florida, il quale ha chiarito la relazione tra sale marino e batterie: “La conduttività elettrica dell’acqua di mare è […] maggiore dell’acqua dolce. Bisogna quindi immaginare due connettori elettrici con una grande tensione ai loro capi. Collegandoli insieme (mettendoli in cortocircuito) con ‘un filo’ (il sale marino) si ottiene un flusso di corrente molto grande che può innescare una catena di effetti indesiderati, creando molto calore e scintille.”
Testo di Cesare Cappa
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