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I più grandi flop della storia dell’automobile

di Redazione - 24/12/2024

I più grandi flop della storia dell'automobile

Testo di Emiliano Ragoni

Auto brutta uguale fallimento? Sì, ma non è sempre così. La storia del mercato dell’auto è costellata da modelli affascinanti e prestazionali che però per un motivo o per un altro non sono state accolte bene dalla critica e dal pubblico. Vediamo sei modelli che sono stati oggettivamente dei fallimenti.

Lamborghini Cheetah (1977)

Forse è una delle Lamborghini meno cosciute in assoluto. A vederla non si può non notare la forte somiglianza con l’americana Hummer, che non è affatto casuale. La Lamborghini Cheetah è stata infatti creata sulla base delle indicazioni dell’esercito statunitense, che voleva un veicolo fuoristrada per il trasporto delle truppe. Avvalendosi della collaborazione con Mobility Technology International, la Lamborghini costruì la Cheetah equipaggiandola con un motore Chrysler V8 montato posteriormente.

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Tuttavia, questa disposizione dell’unità termica comprometteva la maneggevolezza dell’auto e l’esercito statunitense, dopo averla provata, decise di affidare il contratto alla AM General, che in seguito costruì l’Hummer. La Lamborghini sfruttò il flop della Cheetah per realizzare il grande suv LM002 con il motore V12 della Countach.

DMC DeLorean (1981)

La DeLorean DMC-12 è l’auto resa celebre da una delle trilogie cinematografiche più amate di sempre: Ritorno al Futuro. Peccato però che sul mercato la vettura venne accolta tutt’altro che con entusiasmo. Le premesse c’erano tutte: telaio progettato da Lotus, stile firmato da Giugiaro e produzione a Dunmurry, in Irlanda del Nord, vicino a Belfast.

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Alla fine, tutto si è tradotto in una serie di debiti e spreco di denaro pubblico. La vettura presentava anche altri problemi, come le preoccupazioni sulla sicurezza delle porte ad ali di gabbiano in caso di incidente, le prestazioni scadenti del V6 Douvrin sottopotenziato e la carrozzeria in acciaio inossidabile che metteva ben in evidenza ogni singolo segno.

Nell’ambito di un ciclo di vita di soli due anni, furono costruite solo 8583 DeLorean. C’è da dire che però la DeLorean DMC-12 ha conosciuto una vera e propria seconda vita nel mercato dell’usato.

Alfa Romeo Arna (1984)

Mescolare elementi del design automobilistico italiano con quelli giapponesi potrebbe avere un senso, ma l’Alfa Romeo Arna è l’esempio vivente di come le cose non dovrebbero essere fatte. La Casa di Arese, all’epoca di proprietà dell’IRI, con l’obiettivo di lanciare un modello per contrastare la Golf, ma volendo contenere i costi, si limitò a installare il suo quattro cilindri nel telaio della Nissan Cherry.

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È così che nasce la due volumi Arna. Stiamo parando di un modello che non aveva nemmeno la qualità costruttiva della sua controparte Nissan, con un’estetica piuttosto scialba. In tre anni di produzione furono realizzati solo 61.750 esemplari e sia l’Alfa che la Nissan si sono dimenticate di questa scellerata collaborazione.

Jaguar XJ220 (1992)

La Jaguar XJ220 è una delle supercar più belle di sempre. Ma ha dovuto affrontare dei grossi problemi nell’ambito della sua genesi. Le specifiche tecniche sono state cambiate in corso d’opera, con la Casa inglese che è passata da un V12 a trazione integrale a un V6 turbo della MG Metro 6R4 (vettura da rally del Gruppo Austin Rover), abbinato alla trazione posteriore.

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Questo cambiamento ha sfiduciato alcuni clienti, che hanno deciso di cancellare il proprio ordine. Alla fine, la XJ220 da 342 km/h venne prodotta in 274 esemplari, anche grazie allo sconto operato dalla società inglese.

Citroën C6 (2005)

Si distingue per un look audace con un tetto ad arco e un lunotto posteriore concavo, oltre che per la guida confortevole. Nonostante le numerose lodi positive, con diversi acquirenti entusiasti, la Citroën C6 ha sofferto terribilmente il confronto con le berline tedesche.

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Anche in Francia le vendite sono state scarse e la C6 ha concluso il suo ciclo di vita con un totale di 23.400 unità costruite, con l’ultima auto uscita dalla linea di produzione nel 2012. Per comprendere la portata del flop, basti pensare che la XM, che l’ha preceduta, ha venduto 333.775 unità.

Tata Nano

In assoluto una delle auto più brutte di sempre nonché quella che osservandola trasmette meno sicurezza. Si distingue per uno strano look che ricorda un ovetto. Prodotta tra marzo 2009 e il 2017, la Tata Nano, che doveva essere un’auto ultra-economica per popolare un mercato emergente, è stata venduta solo in India e nelle nazioni limitrofe al prezzo di 100.000 rupie, equivalenti a poco meno di 1500 euro.

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Omologata per quattro persone è lunga 3,10 metri, larga 1,5 e alta 1,60, e spinta da un piccolo motore bicilindrico da 30 cavalli. Tante le economie progettuali adottate per contenere al massimo i costi, come il portellone saldato. La produzione venne interrotta nel 2017.

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