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Maserati Quattroporte: storia dell’auto amata da Sandro Pertini

di Marco Triulzi - 02/06/2025

Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica, anniversario del referendum con cui, nel 1946, gli italiani scelsero la forma repubblicana ponendo fine alla monarchia. È una ricorrenza che onora l’identità democratica del Paese e i simboli che l’hanno rappresentata nel tempo.

Tra questi simboli, le auto presidenziali riflettono al meglio il volto solenne e industriale dell’Italia. E una delle vetture di rappresentanza che incarna al meglio questo concetto è sicuramente la Maserati Quattroporte, l’auto presidenziale tanto amata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini e utilizzata tutt’ora da Sergio Mattarella.

Prima generazione (1963–1970): la berlina di lusso più veloce

Nel 1963, Maserati decise di affrontare un territorio fino ad allora inesplorato: quello delle grandi berline di lusso ad alte prestazioni. L’ingegnere Giulio Alfieri sviluppò un progetto che unisce il motore V8 da 4,2 litri derivato dalla 5000 GT con una carrozzeria elegante firmata Pietro Frua e costruita da Vignale. Con una velocità massima di 230 km/h, la Quattroporte si affermò come la berlina più veloce del suo tempo.

Credit: Maserati

Nel 1966, la vettura subì un aggiornamento tecnico ed estetico. I gruppi ottici anteriori rettangolari lasciarono il posto ai doppi fari circolari, inizialmente riservati solo alle versioni per il mercato americano. Furono apportate delle modifiche per migliorare il comfort e ridurre la rumorosità in abitacolo e gli interni furono arricchiti da una nuova plancia e da un sistema di climatizzazione integrato di serie.

Credit: Maserati

La maggior parte degli esemplari continuò a montare il motore da 4,2 litri, ma 64 vetture furono dotate di una versione maggiorata da 4,7 litri, e due soli esemplari furono equipaggiati con un rarissimo V8 da 4,9 litri. Tra i suoi proprietari si annoverano personalità del mondo dello spettacolo e della nobiltà, come Anthony Quinn, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi e il Principe Ranieri III di Monaco.

Per approfondire la sua storia trovate l’articolo completo QUI.

Seconda generazione (1974–1975): la stagione Citroën

Nel breve periodo in cui Maserati è stata sotto il controllo di Citroën, ha preso forma un modello profondamente diverso dal precedente. La Quattroporte II fu progettata da Marcello Gandini per Bertone e adottava la meccanica della Citroën SM: trazione anteriore, sospensioni idropneumatiche, motore V6.

Credit: Maserati

Il design era spigoloso e moderno, coerente con il linguaggio stilistico dell’epoca. La qualità costruttiva era buona, ma la Quattroporte II faticava a convincere i clienti più affezionati al carattere sportivo del Tridente. A peggiorare la situazione intervennero la crisi energetica e la brusca uscita di scena di Citroën dal controllo della Casa modenese, che nel 1975 portò al blocco definitivo del progetto.

Credit: Maserati

Nonostante un piano iniziale ben definito, la Quattroporte II non fu mai omologata per il mercato europeo. Tra il 1974 e il 1976 vennero completati solo 12 esemplari, tutti destinati al mercato del Medio Oriente.

Terza generazione (1979–1990): la preferita di Pertini

Nel 1979 Maserati rilanciò la Quattroporte tornando a una concezione più classica: trazione posteriore, motori V8 potenti e un design imponente firmato Giorgetto Giugiaro. La Quattroporte III, lunga oltre cinque metri, univa sobrietà istituzionale e prestazioni elevate.

Credit: Maserati

Divenne l’auto ufficiale del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che ricevette un esemplare in colorazione “blu sera” blindato nel 1983 e targato “Roma 90044D”. L’allestimento includeva un mobile bar, telefono, interfono e, dettaglio distintivo voluto da Pertini, un posacenere con porta pipa incassato tra i sedili posteriori. Per ospitarlo, Maserati ridisegnò il divano. La blindatura prevedeva lamiere in acciaio al manganese e vetri in policarbonato spessi oltre 3 cm. Un tetto apribile permetteva al Capo dello Stato di viaggiare in piedi, sorretto da una maniglia fissata al sedile anteriore.

 

L’auto fu battezzata “Calliope” per via della “bella voce” emanata dal V8, e accompagnò Pertini in numerosi impegni ufficiali. Come in quel 29 maggio del 1983 quando si presentò a Maranello con la Quattroporte provocando il malcontento di Enzo Ferrari che non prese affatto bene l’essere arrivato a bordo di una vettura del Costruttore rivale.

Quarta generazione (1994–2001): da Fiat a Ferrari

Nel 1994, la Quattroporte tornò sul mercato con una veste completamente nuova, la prima sviluppata sotto il controllo di Fiat. Presentata al Salone di Torino, si distingueva nettamente dalle generazioni precedenti per dimensioni più contenute, impostazione tecnica moderna e uno stile teso e personale firmato da Marcello Gandini, già autore della Shamal.

Credit: Maserati

Nonostante la stazza ridotta, le prestazioni erano di prim’ordine: con motori V6 biturbo da 2.0 e 2.8 litri e, dal 1996, anche un V8 da 3.2 litri a 32 valvole derivato dalla Shamal, la Quattroporte IV raggiungeva i 260 km/h e scattava da 0 a 100 km/h in meno di sei secondi. Il cambio manuale a sei marce era fornito dalla Getrag, mentre alcune versioni montavano trasmissioni automatiche ZF o BTR, a seconda del motore.

Credit: Maserati

A frenare il successo, però, intervennero problemi di affidabilità e finiture sotto gli standard attesi per una berlina di lusso. Quando Ferrari assunse la gestione tecnica del marchio nel 1997, avviò una profonda revisione del modello: centinaia di componenti vennero riprogettati e i processi produttivi ristrutturati. Il risultato fu la versione Evoluzione, presentata nel 1998, riconoscibile dalla targhetta sui parafanghi e finalmente all’altezza delle aspettative in termini di qualità e robustezza.

Quinta generazione (2003–2012): il Rinascimento del Tridente

Con Ferrari al timone tecnico, la Quattroporte ritrovò nuova linfa nel 2003. Presentata al Salone di Francoforte, la V generazione tornò con decisione nel segmento delle berline di alta gamma, recuperando lo spirito della prima generazione del 1963.  Pininfarina curò lo stile, dando forma a una carrozzeria sinuosa, elegante e proporzionata, destinata a diventare un classico. Il motore V8 di 4,2 litri aspirato era costruito a Maranello, mentre l’architettura prevedeva trazione posteriore e cambio robotizzato DuoSelect.

Credit: Maserati

La vettura ottenne ampi consensi, sia per l’handling che per la qualità costruttiva. Nel 2004 una Quattroporte blindata fu donata dall’allora Presidente del Gruppo Ferrari-Maserati Luca Cordero di Montezemolo al Presidente Carlo Azeglio Ciampi. 

Il restyling del 2008 aggiornò l’estetica senza intaccare la purezza del disegno originale. Pininfarina ridisegnò i paraurti e i gruppi ottici anteriori e posteriori, allineando il frontale a quello della GranTurismo. Rivisitato anche l’abitacolo, con nuovi colori, finiture e un sistema infotainment più moderno. Dismessa la trasmissione Duoselect, tutte le versioni restyling furono disponibili solo con il cambio automatico a sei rapporti ZF.

Credit: Maserati

Sesta generazione (2013–2023): l’ultima a benzina?

Presentata al Salone di Detroit nel 2013, la Quattroporte di sesta generazione fu completamente riprogettata. Più lunga e spaziosa delle precedenti, offriva comfort da limousine e prestazioni da sportiva grazie ai nuovi motori V6 e V8 biturbo sviluppati in collaborazione con Ferrari. Il modello introduceva trazione integrale Q4, sospensioni elettroniche e sistemi di assistenza alla guida. Gli interni, rifiniti con pelle Pieno Fiore e legni pregiati, ospitavano tecnologie infotainment aggiornate.

Dal 2015 è l’auto presidenziale in servizio presso il Presidente Sergio Mattarella, in versione blindata, utilizzata in occasione di ricorrenze come il 2 giugno, visite internazionali e impegni istituzionali.

In attesa della Quattroporte del futuro

La produzione della Quattroporte è attualmente sospesa dal 2023, e la settima generazione è attesa per il 2028. Secondo quanto riportato dalla Casa, la prossima berlina di lusso del Tridente dovrebbe essere solo elettrica e sarà costruita sulla piattaforma STLA Large del gruppo Stellantis, con almeno tre motori elettrici e un’autonomia stimata oltre i 500 km.

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