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La Porsche 917K stradale del Conte Rossi

di Paolo Matteo Cozzi - 15/07/2023

I rivoluzionari Settanta sono simbolo di libertà, trasgressione ed eccessi. Nascono il Rock, il primo microprocessore della storia e anche nel motorsport la tecnologia fa passi da gigante. Il 1970 coincide con il debutto in gara della versione K della Porsche 917: K significa Kurzheck, cioè coda corta in tedesco. Un bolide che trionfa alla 24 Ore di Le Mans per due anni consecutivi, nel 1971 con la splendida livrea Martini.

L’auto del Conte Rossi

Grazie a questa sponsorizzazione, prende vita una delle storie più incredibili legata ai motori, con protagonisti il Conte Rossi di Montelera, proprietario della Martini & Rossi Spa e proprio una Porsche 917K, nello specifico il telaio numero 030 danneggiato in un incidente nell’unica gara disputata. La grande affidabilità e praticità d’uso della 917 convincono il Conte Rossi a una richiesta tanto inusuale quanto folle: omologare la vettura per uso stradale. Il compito non è semplice, infatti tutti i paesi europei si rifiutano di targare l’auto. La scelta più logica è tentare oltreoceano in Usa e l’occasione si presenta nel 1975, dopo che Mark Donohue fa registrare il record del mondo al volante di una Porsche 917/30 sull’ovale di Talladega, in Alabama, raggiungendo una velocità media sul giro di 355,860 km/h. Incredibilmente il governo locale accetta di targare la vettura, con la promessa che non avrebbe mai circolato in America. Ritirata personalmente in fabbrica e guidata dal Conte fino a Parigi, fa ancora parte oggi della famiglia Rossi.

Nei tempi moderni

Nel 2016 la storia si ripete: il pilota gentleman Claudio Roddaro acquista l’ultima 917KH costruita, il telaio numero 037, con il sogno di utilizzarla in strada. Sarà proprio la vettura del Conte Rossi a venire in soccorso e autorizzare l’omologazione nel Principato di Monaco, dimostrando l’identicità delle due auto. Impossibile anche solo immaginare l’emozione di guidare su strada una leggenda del genere tra il Mirabeau, Portier e nel tunnel verso il porto.

testo di Stefano Beloni

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