
È una storia affascinante quella riportata da La Stampa che vi restituiamo qui per sommi capi: protagonista è una Fiat 3½ HP, la prima vettura prodotta dalla casa torinese, donata da Giovanni Agnelli a Henry Ford II nel 1968. Rimasta per anni negli Stati Uniti è rientrata successivamente in Italia. Dopo essere stata a lungo conservata nei sotterranei del Centro Storico Fiat, la vettura primitiva della Fiat viene oggi riallestita ed esposta al pubblico tra i pezzi simbolo del Museo Nazionale dell’Automobile (Mauto) di Torino.
La 3½ HP segna l’inizio dell’avventura automobilistica della Fiat. Progettata nel 1899 da Aristide Faccioli sulla base della Welleyes dei Ceirano, con carrozzeria “vis-à-vis”, monta un bicilindrico posteriore da 657 cm³, ha tre marce (senza retromarcia) e raggiunge i 35 km/h. Tra il 1900 e il 1901 ne vengono costruiti solo 26 esemplari. La protagonista di questa storia è il telaio numero 7.

Nel 1968, Giovanni Agnelli dona questo esemplare a Henry Ford II. La vettura parte da Torino via nave, arriva a New York, risale l’Hudson e i Grandi Laghi fino a Detroit. Ford, tuttavia, decide di non esporla nel suo museo, perché non vuole una vettura non americana più antica delle sue. L’auto viene così affidata a un collaboratore, Mr. Puke, e conservata nel suo garage.
Negli anni ’80, Alberto Negro, l’altro protagonista di questa storia, allora dirigente Fiat negli Stati Uniti, accompagna il figlio da Puke in cerca di un’auto d’epoca. In un angolo, sotto un telo, nota un mozzo con la scritta “Fiat”. È proprio l’auto donata da Agnelli. Dopo averne confermato l’identità con la Fiat, Negro cerca di acquistarla.

Puke chiede un milione di dollari. Negro in tutta risposta si presenta con una valigia di cuoio piena di 250 mila dollari in contanti. Mr. Puke desiste e lo scambio va a buon fine. La mamma di tutte le Fiat ha un nuovo proprietario e ritorna in mani italiane. L’auto viene custodita a casa dell’ingegnere, a Bloomfield Hills, accanto a una Ferrari 512. È in condizioni originali, tranne per le gomme, sostituite da Firestone su richiesta di Ford.
Qualche anno dopo, Umberto Agnelli chiama Negro e chiede il rientro della vettura per il Centro Storico Fiat. Negro accetta. L’auto torna così in Italia e viene portata nei sotterranei della sede storica della Fiat, dove rimane per anni.
Oggi, la 3½ HP è stata riallestita dal conservatore Davide Lorenzone e accolta tra i pezzi simbolo della collezione permanente del Mauto nel percorso dedicato alle origini dell’automobile. È un ritorno che ha valore storico, industriale e simbolico: l’auto che ha segnato l’inizio della storia del marchio torinese torna nella città dove tutto è cominciato.
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