Testo di Emiliano Ragoni
Una concept car per definizione esplora le strade che le case automobilistiche possono percorrere per andare a plasmare la loro prossima identità di design. Alcune, le cosiddette showcar, sono create solo per far girare la testa, altre invece rappresentano effettivamente un’anteprima della vettura che verrà prodotta in serie. Ma il passaggio dalla concept car alla vettura in serie è così traumatico? Vediamo degli esempi di alcuni modelli che mostrano com’è cambiato il design.
Dodge abbandonò il nome Charger dopo l’anno di produzione 1987, ma lo riportò in auge per il concept Dodge Charger R/T che si distingueva per una linea molto slanciata esposto al North American International Auto Show di Detroit del 1999. Questo modello aveva un motore V8 sovralimentato da 4,7 litri, con una carrozzeria con quattro porte, una caratteristica mai vista su una Charger di serie fino a quel momento.
L’auto di produzione in serie si chiama Dodge Charger. La Casa americana decise, infatti, di non “tradurre” il modello in una vettura disponibile al pubblico. La nuova Dodge Charger è infatti basata su una versione ridotta della piattaforma utilizzata per la Chrysler 300 e la Dodge Magnum. L’unica relazione con il concept Charger R/T è la presenza delle quattro porte.
La Citroën C4 Volcane è un concept presentato nel 1998 e che, dopo sei anni, è diventata la C4. La prima generazione della C4, prodotta dal 2004 al 2010, fu quella di maggiore successo, nonché l’unica a essere proposta sia come berlina a due volumi, sia come coupé. Questa volta il passaggio dal concept all’auto di serie non è affatto traumatico. La C4 mantiene infatti le medesime proporzioni, con le maggiori differenze che sono concentrate sul frontale, che è più pulito e lineare.
La Citroën C6 Lignage viene presentata al salone di Ginevra del 1999. Con quest’auto la Casa francese lascia intendere che vuole entrare a testa alta nella fascia di mercato delle auto di lusso. Questo concept rappresenta la base di partenza per la realizzazione della futura C6, che entrerà in commercio sei anni dopo. Nonostante si tratti di una vettura del 1999 poteva contare su diverse innovazioni come il regolatore di velocità con sistema di rilevamento ostacoli e la gestione automatica del freno di stazionamento. La Citroën C6, ossia l’auto che è uscita sul mercato, non ebbe molto successo nonostante specifiche tecniche da prima della classe. Le differenze con il concept non sono così marcate, tanto che la C6 ha mantenuto diverse particolarità come il lunotto posteriore curvo.
Il pubblico aveva criticato Toyota per le dimensioni eccessivamente contenute del pick-up Tundra. L’azienda ha così risposto con il concept FTX presentato al Salone dell’auto di Detroit del 2004. La società nipponica lo descrisse come “una dichiarazione che promette una potenza bruta all’altezza del suo stile audace”. Un’allusione nemmeno troppo velata al fatto che aveva chiaramente ricevuto le critiche sulle dimensioni del pick-up Tundra. Le dimensioni XXL e i passaruota svasati sottolineano il design muscoloso. Dall’avveniristico Toyota FTX si è passati al Toyota Tundra di seconda generazione, presentato al Salone dell’auto di Chicago del 2006. Il pick-up era più grande del suo predecessore e aveva un design più robusto. Peccato però che il design era tutt’altro che futuristico e il powertrain ibrido utilizzato dell’FTX non è stato reso disponibile.
Il concept Renault Wind è una piccola roadster con una configurazione dei posti a sedere 2+1, alimentata da un 2 litri a 16 valvole. La Wind prodotta in serie costruita sulla base della Twingo ha mantenuto le medesime proporzioni, con la società francese che ha optato per un tetto in tela che poteva essere aperto o chiuso con una sola mano dal sedile del guidatore. Nonostante la buona accoglienza da parte di critica e pubblico, la Casa francese decise di abbandonare il progetto della roadster super compatta dopo appena 3 anni.
Vision EfficientDynamics è il concept di una coupé 2+2 con porte a forbice, una carrozzeria aerodinamica e un gruppo propulsore ibrido. Quest’ultimo abbina un turbo benzina a tre cilindri da 1,5 litri che azionava le ruote posteriori, mentre su ciascun asse era presente un motore elettrico, con una potenza totale di oltre 350 CV. Esteticamente Vision EfficientDynamics è molto d’impatto e fortunatamente anche la controparte di serie, la BMW i8, ha mantenuto intatto tutto il suo fascino. Ancora oggi la BMW i8 è una delle vetture più belle in assoluto prodotte dalla Casa tedesca. Del prototipo ha abbandonato solo le portiere quasi totalmente trasparenti.
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