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Citroën DS: tra innovazione e arte

di Francesco Pelizzari - 04/02/2025

Credit: Stellantis

Al prossimo Salone Retromobile di Parigi, dal 5 al 9 febbraio prossimi, si terrà la mostra “La DS, un’opera d’arte da 70 anni”. La berlina francese fu infatti presentata nella Ville Lumière nel 1955, negli spazi espositivi del Grand Palais, e da allora è associata all’arte, non soltanto per il contributo che vi diede lo scultore Flaminio Bertoni (il padre della Traction Avanti di cui la DS ereditò il testimone) ma anche per lo stato dell’arte della sua meccanica. Fu, anzi, la DS a imprimere una netta accelerazione al concetto di automobile, dato che rispetto alle automobili in circolazione all’epoca, la nuova Citroën appariva come un’astronave giunta dallo spazio.

La mostra, in uno spazio esclusivo all’interno del Padiglione 1 di Retromobile, presenterà una DS 21 Pallas del 1969 originale e una nuova DS N° 8, nel consueto connubio di storico e moderno. Sarà presente anche la DS Balloons, il famoso esemplare con quattro palloni al posto delle ruote, a sottolineare, con l’originalità propria della comunicazione della Casa, la soavità della marcia data dalle sospensioni idropneumatiche, “marchio di fabbrica” del modello. All’epoca le immagini di questa particolare versione fecero il giro del mondo, rafforzando l’immagine di opera d’arte non soltanto della DS, ma della tecnologia della Casa in generale. Un’immagine rafforzata dalla presenza di questa automobile incredibile per i tempi, alla Triennale di Milano del 1957, vincitrice del premio come “Opera d’arte industriale” (ed esposta in versione senza ruote a oltre un metro da terra, rafforzando la suggestione di astronave terrestre); e anche al cinema, in film come quelli del famoso Fantomas, personaggio in bilico tra realtà e fumetto, un Fantasma in grado di dileguarsi grazie a un’automobile fuori del tempo e dello spazio.

Sembra un UFO

Credit: Stellantis. Salone di Parigi 1955: presentazione DS

È il 6 ottobre 1955, a Parigi è una tipica giornata d’autunno, ma l’atmosfera che si respira in città è elettrica. Si sta per alzare il sipario sul 42° Salone dell’auto e davanti alle biglietterie c’è la folla delle grandi occasioni. All’apertura, il pubblico si dirige compatto verso lo stand Citroën. Tra scoop giornalistici e falsi annunci, sono almeno cinque anni che gli appassionati aspettano l’erede della Traction Avant, ma quello che i visitatori del Salone si trovano davanti supera di molto la più fervida fantasia. In un mondo di auto grigie, nere o blu, la Citroën DS19 si propone in uno sgargiante verde mela con tetto bianco, o giallo champagne e tetto melanzana. Le ruote azzurre, o rosso mattone, gli interni verdi, caramello o lilla! La linea d’avanguardia della DS, poi, è incredibile, sembra un UFO.

È opera dello stilista italiano Flaminio Bertoni. Il successo è immediato, travolgente. Nei primi 45 minuti di apertura del Salone sono siglati ben 749 contratti di vendita, che diventano 12mila alla fine del primo giorno, 80mila alla chiusura della manifestazione. Il successo della DS dura vigoroso per vent’anni, fino al 1975, dopo circa un milione e mezzo di esemplari venduti, molti dei quali ancor oggi circolanti.

Credit: Stellantis

Guidare sul velluto

La linea tanto avveniristica (vista dall’alto, sembra una goccia d’acqua) comunica soluzioni tecniche così straordinarie da essere futuribili, più che di avanguardia. Se motore e trasmissione anteriori si sono già visti sulla Traction Avant, sembra un passo indietro che la carrozzeria non sia monoscocca, soluzione che sta prendendo piede all’epoca: anzi, tetto e porte sono in plastica, senza montanti, e applicati al telaio: un telaio a piattaforma, molto rigido grazie alla progettazione accurata dei corpi cavi, che permettono una grande leggerezza dell’insieme. I due terzi della massa dell’auto gravano sulle ruote anteriori, e la meccanica è tutta all’interno del passo, per ridurre al minimo gli sbalzi. L’equilibrio dell’auto è tale, che, alzando la sospensione idropneumatica al massimo, la DS può viaggiare anche senza una ruota posteriore. Una peculiarità molto scenografica e sfruttata anche commercialmente.

Credit: Stellantis

Dopo innumerevoli prove, è stata sviluppata una sospensione che fa a meno delle molle e degli ammortizzatori convenzionali: sacche d’aria intrappolate delle sfere, aria compressa da un olio speciale azionato da una pompa ad alta pressione; così la DS viaggia “come su dei cuscini d’aria”, questo è il principio di base del suo complesso sistema di sospensione. E la pompa ad alta pressione permette di assistere anche sterzo e freni (con 2 dischi all’anteriore e tamburi al posteriore), e persino la trasmissione, dove è stato eliminato il pedale della frizione. Il cambio è infatti semiautomatico: basta toccare la leva per disinserire il rapporto e cambiare automaticamente marcia. Non appena si rilascia la leva, il motore riprende a spingere.

Va anche su 3 ruote

Il progetto della DS 19 parte addirittura nel 1938, per dare un’erede alla Traction Avant. La complessità dell’auto e la guerra ritardano il lavoro di dieci anni, ma alla fine la DS supera di molto i concetti già all’avanguardia della Traction: il telaio a piattaforma, molto rigido grazie alla progettazione accurata dei corpi cavi, è molto leggero; su tale piattaforma è fissata una scocca leggerissima con i punti di ancoraggio per la carrozzeria smontabile: tetto in plastica, cofano in alluminio, porte e parafanghi. I due terzi della massa dell’auto è sulle ruote anteriori, la meccanica all’interno del passo. L’equilibrio dell’auto è tale, che, alzando la sospensione idropneumatica al massimo la DS19 può viaggiare anche senza una ruota posteriore. Una peculiarità molto scenografica e sfruttata anche commercialmente.

Credit: Stellantis

Tra le tante originalità della Citroën DS, c’è anche il volante mono razza, ideato da Flaminio Bertoni. I vantaggi sono molti: a parte l’estetica, esso risulta flessibile in caso di incidente; inoltre lascia al guidatore la più completa visuale sugli strumenti. Infine, la sua forma e l’assenza del poggiagomito sulla porta di guida sono pensati per indurre il guidatore a tenere le mani sulla corona del volante, contribuendo alla sicurezza in marcia. Non è questa l’unica originalità legata allo sterzo: ad esso sono collegati i fari abbaglianti, che lo seguono illuminando, in curva, l’interno della direzione di marcia. E con l’andare delle versioni compariranno le fibre ottiche nel cruscotto, per illuminare al meglio la strumentazione.

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