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Smart: storia, evoluzione e ritorno dell’auto simbolo della mobilità urbana

di Emiliano Ragoni - 02/09/2025

Introduzione

La produzione della due posti Smart Fortwo si è ufficialmente conclusa nel marzo 2024. L’ultimo esemplare in Italia è stato venduto alla concessionaria Mercedes Merbag di Milano. Il futuro del marchio è proseguito con i suv elettrici #1 e #3 e più recentemente con l’annuncio dell’intenzione di rilanciare una nuova generazione della classica due posti. Una storia, quella di Smart, durata 25 anni: iniziata nel 1998 e conclusasi nel 2024. Poiché è stato un modello che in Italia è stato particolarmente apprezzato ne vogliamo ripercorrere tutta la genesi.

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Le origini del mito

Smart, acronimo di Swatch Mercedes Art, nasce come joint venture tra il gruppo Swatch e Daimler-Benz, e ha debuttato nel 1998 come super utilitaria. In totale, si sono susseguite tre generazioni. Nel tempo, la lunghezza dell’auto è cresciuta per migliorare la sicurezza e lo spazio a bordo: dai 2,5 metri della prima generazione (W450) ai 2,7 metri della seconda (W451) e della terza (W453).

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Prima generazione (W450: 1998-2007)

Con la sigla W450 si identifica la prima serie della Smart Fortwo. All’inizio, il nome Smart indicava il modello, mentre il marchio era MCC (Micro Compact Car). Dal 2002 Smart divenne un marchio autonomo e il modello fu rinominato City Coupé o City Cabrio, a seconda della configurazione. Solo nel 2004 la due posti assunse ufficialmente il nome fortwo, per distinguerla dalla nuova Forfour.

La presentazione ufficiale avvenne al Salone di Francoforte del 1997, ma la produzione fu ritardata di dieci mesi per risolvere i problemi emersi nel test dell’alce: vennero riviste le sospensioni e allargate le carreggiate.

La Smart si distingueva per la scocca Tridion in acciaio ad alta rigidità e per la configurazione con motore e trazione posteriore. Il propulsore iniziale era un tricilindrico M160 in lega leggera da 599 cc, sovralimentato con turbocompressore, intercooler e overboost. Le potenze erano di 45 o 55 cv, in base alla pressione di sovralimentazione.

Nel 1999-2000 debuttò la versione Cdi, equipaggiata con un tricilindrico diesel common rail da 799 cc e 40 cv. Nel 2000 arrivò anche la variante Cabrio.

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Il primo restyling

Nel 2002, con il passaggio da MCC a Smart GmbH, venne effettuato un primo restyling, che portò anche l’aumento della capacità del serbatoio da 22 a 33 litri.

Nel 2003 vennero introdotti ESP, sistema Trust-Plus e ulteriori aggiornamenti alle sospensioni. Il motore benzina salì a 698 cc: la versione Pure passò da 45 a 50 cv, mentre Passion e Pulse da 55 a 61 cv.

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Seconda generazione (W451: 2007-2015)

Lanciata nella primavera del 2007, la seconda generazione W451 portò la lunghezza della fortwo a 2,70 metri, migliorando stabilità e comfort di marcia.

I nuovi motori tricilindrici da 999 cc, a differenza del passato, furono forniti da Mitsubishi. Erano disponibili sia in versione aspirata (61 e 71 cv) sia turbo (84 cv). Il diesel rimaneva il conosciuto OM660 da 799 cc, aggiornato per raggiungere i 45 cv.

Il cambio rimaneva sequenziale, ma a 5 rapporti, con modalità automatica nelle versioni più accessoriate (Passion).

Nel 2012, al Salone di Ginevra, arrivò un secondo restyling con paraurti più sportivi, nuova calandra ispirata alla Smart elettrica e luci diurne a led.

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Terza generazione (W453: 2014-2019)

La W453 fu sviluppata in collaborazione con Renault, condividendo il pianale con la Twingo e la Smart “sorella maggiore” Forfour. Abbandonata definitivamente la versione diesel, la gamma si affidò a due motori tre cilindri: 1.0 aspirato da 71 cv e 0.9 turbo da 90 cv, entrambi abbinabili al cambio doppia frizione a sei rapporti.

La Smart EQ: la versione elettrica

Dal 2020, Smart ha abbandonato i motori termici per proporre solo versioni elettriche. La fortwo EQ è spinta da un motore elettrico da 82 CV e 160 Nm, con trazione posteriore.

La batteria agli ioni di litio da 17,6 kWh, alloggiata sotto il pianale, pesa 160 kg ed è garantita 8 anni o 100.000 km. Ricarica disponibile: 4,6 kW in corrente alternata; 22 kW in corrente trifase (opzionale), per un ripristino dell’80% in 40 minuti. L’autonomia, secondo il ciclo NEDC, è di 159 km, più che sufficiente per l’uso urbano.

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Le versioni speciali: Crossblade la più “pazza”

Tra le varianti più curiose, la Smart Crossblade merita una menzione speciale. Basata sulla prima serie, si distingueva per l’assenza di tetto, parabrezza e portiere (sostituite da barre laterali). Fu progettata dalla Bertrandt AG e prodotta dalla carrozzeria Binz di Lorch.

La Crossblade montava il motore tricilindrico turbo da 598 cc, portato a 71 cv, e fu prodotta in 2.000 esemplari tra marzo 2002 e dicembre 2003. Cerchi da 16″ e paraurti specifici completavano il look estremo.

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