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Peugeot dice addio alla sigla PureTech

di Redazione - 05/09/2024

Secondo quanto riportato dal sito francese L’Argus, Peugeot avrebbe deciso di non utilizzare più il nome PureTech per identificare il suo motore tre cilindri 1.2 100 cv. Il motivo? La cattiva reputazione che quella sigla si porta dietro…

Quella maledetta cinghia di distribuzione

In effetti dal 1° settembre, fa notare L’Argus, sul sito web di Peugeot Francia  la denominazione PureTech che identifica i modelli 1.2 benzina è stata rimossa. Questa decisione deriva dall’impatto negativo che i problemi di affidabilità del propulsore francese hanno avuto sulla reputazione del marchio. Per la precisione ci riferiamo alla famigerata cinghia di distribuzione in bagno d’olio, che richiedeva manutenzione regolare e anticipata. Con la nuova generazione di motore 1.2 con unità mild-hybrid da 100 cv e 136 cv si è risolto il problema sostituendo la vecchia cinghia con una catena di distribuzione più resistente e affidabile. Ma la sigla PureTech è rimasta lì a identificare anche questa terza generazione del 1.2 litri francese, generando confusione nei consumatori. Da qui i problemi. Peugeot si è impegnata a spiegare alla propria rete commerciale che il nuovo propulsore non presenta gli stessi difetti della vecchia unità. Ma nonostante ciò diversi acquirenti si sono mostrati diffidenti. La rimozione di PureTech dai modelli che montano il nuovo propulsore vuole quindi segnare un punto di svolta per lasciarsi alle spalle questo brutto capitolo. Perchè il 1.2 tre cilindri per il resto è un ottimo propulsore, efficiente e prestante soprattutto nella variante mild-hybrid che equipaggia, per esempio, anche la nuova Lancia Ypsilon.

Le difficoltà nel mercato delle auto usate

La cattiva reputazione del motore PureTech non ha colpito solo le vendite di veicoli nuovi, ma ha avuto un effetto ancora più marcato sul mercato delle auto usate. Concessionari e privati faticano a vendere vetture con il motore 1.2 PureTech, tanto che Stellantis ha lanciato un’estensione di garanzia di 10 anni o 175.000 km per tutti i modelli in vendita attraverso il programma Spoticar. Nonostante questo tentativo di rassicurare i potenziali acquirenti, le difficoltà rimangono, poiché molti marchi concorrenti, come Renault, rifiutano di accettare in permuta i veicoli dotati del famigerato motore, aggravando ulteriormente la situazione del mercato.

 

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