Negli ultimi mesi, molte case automobilistiche hanno iniziato a rivedere le proprie strategie per i veicoli elettrici a batteria (BEV), a causa di una domanda inferiore alle aspettative. I consumatori, infatti, mostrano ancora reticenze ad acquistare auto elettriche, principalmente a causa dei prezzi elevati e della carenza di infrastrutture di ricarica.
Questa tendenza sta portando alcuni dei principali produttori a moderare i loro ambiziosi piani per l’elettrificazione. L’agenzia di stampa Reuters ha “ricostruito” nel dettaglio le prossime mosse dei costruttori coinvolti in questo singolare dietrofront. Cosa significa tutto questo per il futuro dell’auto elettrica? Innanzitutto, che la transizione verso la mobilità sostenibile non sarà così rapida come si pensava. E che l’ibrido potrebbe tornare a essere una soluzione interessante.
Il piano di Renault per diventare completamente elettrica in Europa entro il 2030 è stato rivisto. Ora, la strategia del gruppo francese prevede la coesistenza di veicoli elettrici e a combustione interna almeno fino al 2030, offrendo una maggiore flessibilità in base alla domanda dei consumatori.
Porsche ha moderato le sue aspettative per la transizione all’elettrico, affermando che l’obiettivo di raggiungere l’80% di vendite elettriche entro il 2030 dipenderà dalla domanda del mercato e dai progressi tecnologici. Mentre Volkswagen è ancora fiduciosa circa il suo obiettivo di far “rappresentare” ai BEV il 70% delle vendite in Europa e il 50% negli Stati Uniti e in Cina entro il 2030. Tuttavia, la casa tedesca ha espresso dubbi sulla crescita della domanda e ha messo in discussione la costruzione di nuove fabbriche di batterie.
Più pragmatici gli svedesi Volvo, che lo scorso 4 settembre hanno abbandonato l’obiettivo di diventare completamente elettrici entro il 2030. La casa svedese ha ora previsto che tra il 90% e il 100% delle sue vendite saranno costituite da BEV o ibride plug-in, mentre una piccola quota, fino al 10%, sarà ancora composta da veicoli ibridi leggeri.
Toyota, secondo il quotidiano economico Nikkei, ha ridotto del 33% le sue previsioni di produzione per i veicoli elettrici entro il 2026. L’azienda giapponese ha precisato che i target precedentemente annunciati, come la produzione di 1,5 milioni di BEV all’anno entro il 2026 e 3,5 milioni entro il 2030, sono parametri di riferimento e non obiettivi fissi.
General Motors ha ridotto le sue previsioni di produzione per i veicoli elettrici a batteria per il 2024 e ha evitato di confermare il suo obiettivo di produrre 1 milione di BEV in Nord America entro il 2025. Anche Ford ha rallentato i suoi investimenti nei BEV, riducendo dal 40% al 30% la quota destinata a questi veicoli nel suo piano di spesa per i prossimi anni. L’azienda ha inoltre deciso di cancellare un SUV elettrico.
Aston Martin ha spostato il lancio del suo primo veicolo elettrico di nuova generazione dal 2024 al 2026. E Bentley, che puntava a una gamma completamente elettrica entro il 2030, ha rinviato il progetto, concentrandosi invece sullo sviluppo di modelli ibridi plug-in. Mercedes ha posticipato il suo obiettivo di avere il 50% delle vendite costituite da veicoli elettrici e ibridi entro il 2030, cinque anni oltre rispetto a quanto precedentemente annunciato. Anche i suoi piani di espansione della capacità produttiva delle batterie sono stati rallentati.
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