
È rimasta ferma per oltre sessant’anni. Chiusa prima nei piazzali Maserati di Modena e poi in una collezione privata, con il bagagliaio pieno di ricambi originali mai montati. Ora la Maserati 3500 GT Touring Berlinetta, appartenuta a Juan Manuel Fangio, riappare in pubblico e va all’asta con una base di 210.000 euro, offerta da Scuderia Renania. Un’occasione rara, perché questa non è una 3500 qualsiasi: è la vettura che il cinque volte campione del mondo usava nei suoi soggiorni in Italia, trasformata dal pilota in un banco di prova quotidiano per la Casa del Tridente.

Juan Manuel Fangio, chiamato dai tifosi semplicemente El Maestro, conquistò cinque titoli mondiali di Formula 1 con quattro marchi diversi — Alfa Romeo, Ferrari, Mercedes e Maserati. Proprio con il Tridente arrivarono due dei suoi allori più significativi: nel 1954, con la 250F alternata alla Mercedes W196, e nel 1957, interamente al volante della stessa 250F.

La sua collaborazione con Maserati, tuttavia, andava oltre la pista: la 3500 GT che utilizzava in Italia divenne un banco di prova per test quotidiani, con Fangio che annotava difetti e suggerimenti tecnici su frizione, sterzo e motore, inviati poi direttamente agli ingegneri di Modena.
Consegnata nuova a Fangio nel 1961 e immatricolata con il telaio AM 101 1714, la berlinetta Touring lo accompagnò fino al 1966, quando fu lasciata nei piazzali Maserati di Modena. Tre anni più tardi il campione scrisse alla Casa esprimendo il desiderio di recuperarla, ma senza esito. Solo nel 1979, tramite l’amico e collaudatore Guerino Bertocchi, fu organizzato il ritiro: l’operazione si concretizzò soltanto nel 1981, con il benestare di Alejandro De Tomaso, allora alla guida del marchio.

Nel bagagliaio vennero caricati numerosi ricambi in segno di risarcimento per l’attesa, ma il destino volle che Bertocchi morisse poco dopo. La 3500 GT finì così nelle mani di un altro amico di Fangio, entrando in una collezione privata dove rimase per oltre quattro decenni senza più essere messa in moto.

La vettura riapparve pubblicamente per la prima volta nel 2019, quando fu proposta all’asta con una stima compresa tra i 475.000 e i 540.000 euro. L’offerta più alta si fermò intorno ai 400.000 euro, insufficiente a raggiungere la riserva, e l’auto restò invenduta.

Sei anni dopo, la 3500 GT torna sul mercato: oggi viene presentata da Scuderia Renania in condizioni tutt’altro che brillanti, ma completa e corredata dai documenti originali e da un baule di pezzi forniti direttamente dalla fabbrica. La base d’asta fissata a 210.000 euro riflette tanto lo stato di abbandono quanto il peso della sua storia.
La Maserati 3500 GT fu presentata al Salone di Ginevra del 1957. Era la prima vera produzione di serie della Casa modenese, dopo le esperienze limitate con la A6 1500 del 1947. L’idea nacque da Omer Orsi, che colse il potenziale di una granturismo di lusso nel pieno del boom economico. La carrozzeria firmata Touring di Milano univa eleganza e leggerezza grazie alla tecnica Superleggera. Sotto il cofano lavorava un sei cilindri in linea di 3,5 litri, derivato dalle corse, capace di 235 cv e di spingere la vettura a 240 km/h.

Prodotta fino al 1964, la 3500 GT raggiunse un traguardo inedito per l’epoca: 1983 esemplari costruiti. Durante la carriera ricevette aggiornamenti importanti come i freni a disco anteriori, il cambio a cinque marce e l’iniezione indiretta. Grazie a queste doti univa prestazioni sportive e comfort da viaggio, diventando un successo commerciale e un simbolo della nuova Maserati orientata anche alla strada.

Per comprendere il valore dell’occasione basta guardare al mercato: una Maserati 3500 GT Touring in condizioni restaurate, ma priva di un passato così illustre, può superare agevolmente i 300.000-350.000 euro nelle principali case d’asta internazionali. Qui, invece, c’è il fascino irripetibile di un’auto che porta ancora addosso le tracce di Fangio, di un legame personale con il Tridente che nessun restauro potrà mai cancellare.
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