
Testo di Mattia Eccheli
Almeno per un mese, il gruppo britannico Jaguar Land Rover controllato dagli indiani di Tata non esporterà più auto negli Stati Uniti. La ragione sono i dazi del 25% imposti dall’amministrzione Trump sulle vetture prodotte fuori dagli USA.
Malgrado i nuovi balzelli colpiscano il Regno Unito solo al 10%, il minimo, e il primo ministro laburista Keir Starmer confidi di poter negoziare condizioni anche migliori, per le auto l’inquilino della Casa Bianca non ha previsto eccezioni. Jaguar Land Rover, che aveva chiuso il 2024 con una crescita delle consegne del 22% (quasi 432.000 a livello globale) e un aumento dei ricavi del 27% (29 miliardi di sterline, circa 34 miliardi di euro), ha deciso di “prendersi una pausa” di riflessione.
Il mese di tempo serve per valutare l’impatto dei dazi sulle esportazioni oltreoceano, anche in vista dell’introduzione di quelli sulla componentistica. L’industria automobilistica è la più colpita dalle imposizioni lineari di Trump che ha evocato una “nuova età dell’oro” per i propri connazionali, anche se Wall Street ha già bruciato 5.000 miliardi. L’obiettivo dell’amministrazione americana è quello di proteggere le aziende nazionali e di indurre quelle straniere e tornare a produrre di più negli Stati Uniti, creando nuovi posti di lavoro. Nel 2024 quasi la metà (47%) delle auto vendute Oltreoceano erano state assemblate fuori dai confini nazionali.
Anche per JLR il mercato statunitense è “importante” e la decisione di sospendere le spedizioni, ha chiarito un portavoce alla CNBC, dipende dalla necessità di lavorare “per affrontare i nuovi termini commerciali con i nostri partner” e sviluppare “piani a medio e lungo termine”.
I costruttori stanno reagendo in modo diverso ai dazi. Stellantis ha optato per lasciare temporaneamente a casa 900 lavoratori, ma ha anche scelto di abbassare i prezzi. Mentre Ford ha deciso di offrire ai clienti gli stessi sconti garantiti ai dipendenti. La Ferrari aveva già ritoccato i listini del 10% prima ancora dell’annuncio del “Liberation day” di Trump e Volkswagen sta valutando una sorta di sovrapprezzo per compensare i dazi.
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