Condividi con:

Monte-Carlo ‘75: Lancia vince “di squadra”

di Francesco Pelizzari - 26/01/2025

A metà anni Settanta la Lancia Stratos si appresta a diventare la “bête à gagner” (la belva da vittoria) secondo il soprannome che le daranno i francesi, gente che di Rally ne sa parecchio. La macchina ha avuto una genesi complessa: nata come esercizio di stile di una Lancia futuribile, disegnata da Marcello Gandini per Bertone. Cesare Fiorio la vede al Salone di Torino del 72 e ne resta folgorato: avrebbe bisogno una nuova macchina per sostituire nei Rally l’attempata Fulvia coupé. Ma nella gamma Lancia non c’è una vettura a motore centrale, l’unica soluzione tecnica in grado di tenere testa alle Alpine-Renault e alle Porsche!

Genesi complessa

La Strato’s di Bertone sembra più un’astronave che un’automobile, ma ha il motore centrale (della Fulvia), il marchio Lancia ed è funzionante. Fiorio si lancia in un’impresa che sembra impossibile, ma nel giro di circa un anno da quell’esercizio di stile nasce, tramite mille peripezie, una berlinetta con motore Dino-Ferrari V6, 2.4 da 270 cavalli in versione gara.
La genesi della vettura, che oltretutto deve essere prodotta in 500 esemplari pressoché invendibili al pubblico normale, è quanto di più complicato e contorto, ma alla fine si riesce a omologarla e svilupparla, rendendola vincente. Grazie a una squadra di tecnici e meccanici coi fiocchi, a partire da Giampaolo Dallara, Gianni Tonti e Mike Parkes, fino all’ultimo dei meccanici.

Credit: Biasioli

Il leggendario 14

Nel reparto corse Lancia in quel periodo si lavora senza orari, spinti dalla passione, dal pungolo continuo di Fiorio e dalla rivalità con la Fiat, che ha appena assorbito la Lancia stessa, ritrovandosi in casa il principale rivale nei Rally. Già a fine 1973 arriva la prima vittoria, al Rally Firestone in Spagna; quasi non si è ancora partiti con gli sterrati, che già si pensa a una Strato’s per la Velocità, alla Targa Florio e alla versione turbo Gruppo 5: per mantenere in vita il programma, bisogna dimostrare a Fiat di valere la spese. Serve però una vittoria di prestigio, per mettere a tacere i mugugni nei corridoi del Lingotto.

E quella vittoria arriva al Rally più prestigioso di tutti: il Monte-Carlo, che si disputa dal 15 al 23 gennaio 1975. Munari/Mannucci hanno il numero 14 della leggendaria vittoria del 72 con la Fulvia; su Stratos ci sono anche Andruet/Jouanny e Pinto/Bernacchini; principali rivali, le Fiat 124 di Mikkola/Todt, Darniche/Mahé, Alen/Kivimaki e Bacchelli/Scabini: uno squadrone, anche come assistenza. Ma Lancia non è da meno: Fiorio è all’avanguardia su tutto e ha addirittura un medico sportivo, primo caso in assoluto; l’idea gli era venuta dopo che Munari aveva accusato un malore l’anno prima, in Inghilterra, mentre era in testa al RAC Rally. Il medico si chiama Enzo Pretolani, è di Bologna e fa bere ai piloti la teina, che ha gli effetti positivo della caffeina ma al contrario di quest’ultima viene eliminata per le vie urinarie. Le Stratos sono bianche e verdi, i colori del nuovo sponsor Alitalia, che ha sostituito la Marlboro. Tra i rivali, da non dimenticare le Alpine 110, anziane ma con piloti di primissimo livello: Ragnotti, Nicolas e Thèrier, tra gli altri.

Credit: Biasioli

Munari via radio

Munari va subito in testa per poi gestire con calma, come suo costume, forte di suo e forte di un’organizzazione da manuale della squadra Lancia, che contempla per la prima volta anche l’uso massiccio di radio ricetrasmittenti, per tenere collegati Fiorio, i piloti, il direttore sportivo Daniele Audetto, meccanici e ricognitori; e addirittura fotocellule sulle speciali per conoscere in anticipo i tempi intermedi.

Munari gestisce e resta in testa per tutti i 472 km cronometrati, divisi in 22 prove speciali, di cui 8 vinte. La vittoria del duo italiano non è mai in discussione, dall’alto di una superiorità tecnica e organizzativa schiacciante. Gli uomini Lancia tornano a Torino in trionfo: la Stratos ha fatto invecchiare di colpo la Fiat 124 e il programma del reparto corse di Borgo San Paolo ha ottenuto l’imprimatur definitivo.

Credit: Biasioli

Potrebbe interessarti

Il nuovo Youngclassic lo trovate in edicola dal 20 dicembre!

In edicola il nuovo Youngclassic di dicembre-gennaio con in copertina tre Alfa rosse dotate del mitico V6 Busso

di Redazione - 17/12/2025

traforo del monte bianco

Traforo del Monte Bianco, le origini di un capolavoro ingegneristico

Quest'anno il Tunnel del Monte Bianco ha compiuto 60 anni: ecco le sfide ingegneristiche necessarie alla sua realizzazione

di Redazione - 15/12/2025

Podcast

in collaborazione con Aci Radio

Il Punto di Pierluigi Bonora

Il Direttore di ACI Radio Pierluigi Bonora fa il punto sul fatto più rilevante della giornata offrendo spunti di riflessione per una corretta informazione.