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Oli esausti, che fine fanno?

di Redazione - 03/09/2024

L’olio utilizzato per esempio per cucinare un’ottima frittura di pesce, o quelli impiegati come lubrificanti per un utilizzo meccanico come l’olio motore possono essere altamente dannosi per l’ambiente se non smaltiti a dovere. In questo articolo scopriamo la seconda vita di un olio esausto quando correttamente riciclato.

Olio vegetale e olio industriale, le differenze

Da una parte c’è l’olio vegetale impiegato soprattutto per friggere o cucinare alimenti. Durante la cottura, questi oli subiscono un processo di degradazione chimica che li rende inadatti a un nuovo uso alimentare. Se non vengono smaltiti correttamente, possono diventare una fonte di inquinamento. Versati negli scarichi, per esempio, possono causare gravi danni agli impianti di depurazione delle acque e all’ambiente acquatico.

L’olio motore è un olio specificamente formulato per scopi industriali o meccanici. Viene utilizzato per esempio come lubrificante nei motori a combustione interna, nei sistemi idraulici e nelle trasmissioni meccaniche. Rispetto agli olii alimentari questi hanno additivi specifici che permettono di resistere a lungo alle alte temperature senza degradarsi. Le loro caratteristiche principali includono un’elevata viscosità, che assicura una lubrificazione efficace, la stabilità termica che impedisce la formazione di depositi, e la resistenza all’ossidazione, che previene il degrado chimico dell’olio.
Con il tempo, questi oli si contaminano con residui metallici, acqua e altre impurità che ne riducono l’efficacia. Gli oli motore esausti sono considerati rifiuti pericolosi a causa della presenza di sostanze tossiche e devono essere trattati con particolare attenzione per evitare la contaminazione ambientale.

Il riciclo degli olii esausti

Il riciclo degli oli esausti è regolamentato da normative specifiche, che mirano a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere il riutilizzo di queste risorse. Il Decreto Legislativo 152/2006, noto come “Codice dell’Ambiente”, stabilisce le linee guida per la gestione dei rifiuti, inclusi gli oli esausti. La legge stabilisce che gli oli esausti devono essere raccolti e consegnati a centri di recupero autorizzati dove vengono trattati per separare le impurità e recuperare l’olio che può essere riutilizzato.

Olio da frittura riconvertito in biodiesel

Uno degli utilizzi più interessanti dell’olio alimentare esausto è certamente la sua trasformazione in biocarburanti, in particolare biodiesel. Un rifiuto si trasforma in combustibile riducendo alla stesso tempo la quantità di rifiuti da smaltire e aumentando la produzione di energia rinnovabile.

Il riciclo dell’olio alimentare per la produzione di biodiesel avviene in impianti industriali appositi come la moderna raffineria Eni di Sannazaro. Nel processo di trasformazione, chiamato transesterificazione, l’olio esausto viene miscelato con un alcol (di solito metanolo) e un catalizzatore, che facilitano la separazione degli acidi grassi dall’olio. Gli acidi grassi vengono quindi convertiti in esteri metilici, ossia biodiesel, e glicerina, che può essere utilizzata in altre applicazioni industriali. Il biodiesel prodotto può essere utilizzato direttamente nei motori diesel o miscelato con carburante tradizionale.
Per conoscere tutto sui biocarburanti e nello specifico i biodiesel vi invito a leggere il nostro articolo specifico.

Da vecchio a nuovo olio motore

Ora spostiamo la nostra attenzione sull’altra tipologia di olio esausto: l’olio motore. Anche l’olio motore esausto può essere riutilizzato, sebbene il processo sia più complesso rispetto a quello degli oli alimentari. Il primo passo nel riciclo dell’olio motore è la raccolta e la decantazione, che separa l’olio dalle particelle solide, come residui metallici di parti meccaniche del motore. Successivamente, l’olio viene sottoposto a un processo di rigenerazione che include distillazione, filtrazione e idroraffinazione. Questo trattamento consente di rimuovere le impurità e le sostanze tossiche, recuperando l’olio base che potrà essere rimpiegato nel settore industriale come fluido idraulico o come lubrificante per macchinari pesanti.

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