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Opel Grandland, la prima prova della ibrida plug-in

di Redazione - 12/03/2025

Testo di Maurizio Bertera

Abbiamo guidato in anteprima la seconda generazione della Opel Grandland, realizzata sulla piattaforma Stellantis STLA Medium. Si è rinnovata nello stile e negli interni resi più tecnologici e moderni è disponibile in tre varianti di motore, mild hybrid, plug-in hybrid ed elettrica, con un prezzo di listino che parte da 35.500 euro.

Come cambia fuori?

Il modello è stato allungato di 17 cm, per un totale di 465 cm (ha guadagnato un po’ di spazio anche il baule che ora ha una capacità di 550 litri) e mostra un aspetto più massiccio, simile ad altre suv ma i tagli decisi gli donano un’indubbia personalità. Il frontale massiccio ha le luci diurne a tutta larghezza (inserite all’interno di una mascherina nera lucida) che si congiungono nel centro al nuovo logo della casa, anch’esso illuminato. I fari sono full led, oppure, nella più ricca GS, a matrice.

Le fiancate sono ‘mosse’ da profonde nervature nelle porte e sopra i passaruota, mentre i finestrini, piuttosto piccoli, adottano una soluzione elegante: la guarnizione alla base del vetro è nascosta dal bordo superiore delle portiere. Anche la parte posteriore è senza fronzoli, lineare: alle sottili luci a tutta larghezza che si congiungono alla scritta Opel al centro del portellone si somma una luce di stop verticale sopra lo spoiler, mentre nel paraurti è impressa la scritta Grandland.

Schermo da 16 pollici

Gli interni sono moderni, con una plancia dalle forme squadrate, e ben rifiniti. Piacevole il tessuto nella parte alta delle portiere (che ospitano, in posizione insolita e non così comoda, le bocchette del “clima”) e nella fascia che corre sotto il sistema multimediale. L’allestimento GS ha uno schermo centrale di ben 16” (ma di 10” in quello ‘base’ Edition) dall’ottima risoluzione; subito sotto ci sono tre comode levette per gestire la temperatura e la portata dell’aria del “clima” automatico bizona (di serie per tutti).

Il cruscotto digitale di 10” non è molto personalizzabile e avaro d’informazioni: per passare da una schermata all’altra tocca premere il tasto all’estremità della levetta del tergicristallo. Alla base della consolle c’è la piastra per la ricarica wireless dello smartphone: il vano è chiuso da un coperchio, ma il cellulare resta visibile tramite una lastra verticale semitrasparente. Comode e soffici le poltrone con certificazione AGR (l’ente tedesco specializzato in salute posturale) che in questa versione GS sono di serie e che per la “base” Edition sono nel pacchetto Comfort da 2.000 euro.

Al volante non delude

Sono tre i motori in gamma: 1.2 tre cilindri mild hybrid, 1.6 turbo plug-in oppure solo a batteria, da 73 o 82 kWh di capacità, rispettivamente con 523 e 585 km di autonomia media dichiarata. Il momento del mercato spinge verso la variante PHEV che abbiamo guidato nell’entroterra di Barcellona. Evidente che il plus sia un buon equilibrio tra la percorrenza a emissioni zero (poco meno di 90 km) e i consumi in generale perché al di là dei 195 cv del sistema, l’obiettivo era quello di creare i presupposti per una autonomia notevole, a batteria carica.

Agile nonostante non sia compatta, potente quando serve e sicura nei cambi di rotta: Grandland mantiene quanto ci si aspetta, senza punti deboli ma anche senza il tocco in più. Il listino: 35.500 euro per la mild hybrid, 42.500 euro per la PHEV, 40.950 euro per l’elettrica meno potente. Come sempre, due sono gli allestimenti di Opel: i già citati Edition con un valido equipaggiamento e GS, vocata a dare più sportività.

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