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La Hispano-Suiza ‘Tulipwood’ trionfa a Pebble Beach

di Redazione - 18/08/2025

Testo di Fabio Madaro

Sotto lo splendido cielo azzurro di Pebble Beach, tra il profumo salmastro che proviene dall’oceano e il fruscio dei mille abiti da sera, il pubblico ha assistito alla cerimonia per l’assegnazione della Best of Show del 74º Pebble Beach Concours d’Elegance è andato alla Hispano – Suiza H6C Nieuport – Astra Torpedo del 1924, la leggendaria “Tulipwood”. Esposta dai proprietari Penny e Lee Anderson Sr. di Naples, Florida, ha conquistato la giuria e gli appassionati con la sua unicità: un’auto che profuma di legno pregiato e racconta di raffinatezza aeronautica.

Un meraviglioso siluro di mogano

Il presidente del Concorso, Sandra Button, ha sintetizzato così l’essenza di questa creazione: «Soddisfa ogni requisito possibile. La meccanica è tecnicamente sopraffina, la carrozzeria è realizzata a mano, leggera e incantevole». E poi non è un’auto qualsiasi: fu commissionata da André Dubonnet, pilota e imprenditore, protagonista tanto sulle piste quanto nel mondo degli aperitivi, e corse persino alla Targa e alla Coppa Florio.

Recentemente gli Anderson l’hanno riportata alla forma originale, eliminando aggiunte successive che ne avevano alterato la linea “a siluro”. Oggi la vettura esibisce di nuovo la sua purezza: listelli di mogano intagliati e fissati con 8.500 rivetti danno vita a una scocca che pesa appena 71 chili. Non a caso, Lee Anderson, grande appassionato di barche in legno, ha confessato: «Mi piace il legno!… Quando ho visto questa vettura, ho pensato: mio Dio! Finalmente ho trovato ciò che mi piace davvero».

Per Anderson, il Best of Show è «probabilmente il premio più prestigioso nel mondo del collezionismo automobilistico». Pur se non è la prima volta che la sua famiglia trionfa a Pebble Beach: nel 2022 aveva già conquistato il Best of Show con una Duesenberg J del 1932 carrozzata Figoni. Per il marchio Hispano – Suiza è invece il terzo successo assoluto, dopo l’ultima vittoria del 1989.

229 protagoniste in passerella

Quest’anno la passerella californiana ha visto sfilare 229 auto, di cui 55 arrivate da 22 Paesi diversi e 174 dagli Stati Uniti (31 Stati). In parallelo, l’asta ufficiale di Gooding Christie’s ha fatto scintille, superando i 127 milioni di dollari complessivi: tra i colpi di martello più eclatanti, la vendita di una Ferrari Daytona Sp3 battuta a 26 milioni. Pebble Beach non è solo eleganza e mondanità: è anche un osservatorio privilegiato sul mercato globale delle auto storiche.

Sul fronte beneficenza, l’evento ha confermato la sua seconda anima: oltre 4 milioni di dollari raccolti nel 2025, che portano a più di 45 milioni il totale delle donazioni negli anni. Fondi destinati a quasi 100 organizzazioni della contea di Monterey, con aiuti concreti per oltre 10.000 bambini.

Tour d’Elegance: emozioni lungo la costa

Prima della grande finale, i riflettori si sono accesi sul Tour d’Elegance, una parata di circa 112 chilometri lungo il Pacifico che mostra a tutti le auto in movimento. Non è solo una passerella: è la dimostrazione che queste icone sanno ancora vivere la strada. Quest’anno non sono mancati gli episodi da raccontare: un’Alfa Romeo costretta a fermarsi per un guasto ha scatenato applausi quando i meccanici l’hanno rimessa in moto con rimedi da officina d’altri tempi; poco dopo, un improvviso acquazzone ha visto un equipaggio aprire gli ombrelli trasformando l’imprevisto in una coreografia improvvisata.

Dietro le quinte, il Tour è anche un momento di intimità tra collezionisti e appassionati: non di rado capita di vedere proprietari molto famosi intenti a lucidare personalmente un dettaglio o a stringere mani curiose tra il pubblico. Quest’anno ha fatto sorridere l’immagine di un miliardario della Silicon Valley alle prese con un cric per aiutare il suo equipaggio, a dimostrazione che a Pebble Beach non contano soltanto i capitali, ma anche la passione e la capacità di sporcarsi le mani.

Arte, avventure e cultura dell’auto

E poi Pebble Beach non dimentica mai il dialogo con l’arte e la cultura. Sul green è arrivata quest’anno la Bmw Art Car No. 20 di Julie Mehretu, affiancata da un’opera storica di Andy Warhol. Non è mancato nemmeno lo spirito d’avventura: Land Rover Classic ha celebrato 75 anni di spedizioni leggendarie, esponendo icone come il “Pollyanna” del 1950 e la Range Rover che ha attraversato il Darien Gap, l’inestricabile giungla che separa la Colombia da Panama.

E a proposito di protagonisti, tra i più ammirati sul prato c’era anche Bruce Meyer, storico collezionista americano, che ha presentato una rarissima Bugatti Type 57. Mentre i riflettori si accendevano su marchi come Mercedes – Benz, Ferrari e Aston Martin, non sono mancati i piccoli costruttori: la presenza di una Cisitalia 202 (protagonista in copertina del numero 16 de l’automobileclassica, vai QUI per richiedere l’arretrato), tornata a splendere dopo un restauro certosino, ha ricordato a tutti come la grandezza dell’automobile non dipenda solo dalla cilindrata o dal blasone. Un giornalista americano, tra i decani del settore, ha commentato con un sorriso: «Pebble Beach è un salotto a cielo aperto: qui le auto parlano, ma sono le persone a renderle leggendarie».

Alla fine, ciò che premia la giuria è una miscela di perfezione, autenticità e storia. «Dev’essere straordinaria in ogni dettaglio, e avere una storia», ricorda uno dei giudici. E la “Tulipwood” è la dimostrazione tangibile: un capolavoro di estetica e tecnica che, a distanza di un secolo, continua a incantare.

Arrivederci al 2026

L’edizione del prossimo anno, già fissata per il 16 agosto 2026 al The Lodge di Pebble Beach, promette un palcoscenico ancora più ricco: Ferrari come marchio ospite, la carrozzeria Vignale come protagonista e nuove classi dedicate ai grandi nomi della Road Racing. Dettagli e sorprese verranno resi noti nel corso dell’autunno.

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