
Il rosso non è stato colore esclusivo di Alfa Romeo e Ferrari. Il rosso è stato anche di Mercedes. In particolare nel 1924, quando il 27 aprile di quell’anno la “2 Litri” vinse la Targa Florio. Tale colore venne scelto per confondersi tra le italiane, e prevenire eventuali ‘interferenze’ da parte dei tifosi. Infatti le vetture della Stella a tre punte erano solitamente verniciate di bianco in quegli anni. A capo del progetto dell’auto, che prendeva forma dalle idee di Paul Daimler, un certo Ferdinand Porsche, di cui conosciamo bene le vicende future. Fu responsabile dello sviluppo della Daimler-Motoren-Gesellschaft dall’aprile 1923.

Mercedes ha deciso di restaurare proprio quella vettura, anche se nello specifico non si tratta di quella che ha vinto, andata distrutta, trattandosi invece di quella del pilota Christian Lautenschlager (numero 32) che concluse all’undicesimo posto assoluto la Targa del ’24. A vincere fu invece Christian Werner sulla distanza di 432 chilometri (quattro giri da 108 chilometri ciascuno) con la vettura numero 10. Affascinante il fatto che lo squadrone Mercedes partì direttamente da Stoccarda in direzione Sicilia per disputare la corsa più bella del mondo. Alla fine iscrisse tre vetture alla Targa Florio e alla Coppa Florio.
I disegni tecnici originali e le foto storiche sono stati cruciali per l’esecuzione del restauro. L’auto da corsa, trasformata da un cliente privato negli anni ’20, è stata riportata alle sue condizioni originali secondo i progetti storici. E solo grazie all’analisi dei resti di vernice sulla carrozzeria si è giunti alla combinazione di colori e sul metodo di verniciatura nel 1924. Il motore è stato parzialmente ricostruito e alcuni elementi della vettura, non impiegati direttamente nel restauro, sono stati conservati. Una riproduzione fedele del volante del 1924 sostituirà l’originale per le uscite dell’auto nell’anno dell’anniversario.

“Nel 1924, con questa straordinaria racing car, Mercedes ha fatto la storia del motorsport. Un secolo dopo, il veicolo può essere rivisto in azione nelle sue condizioni originali, il che significa che Mercedes-Benz Classic sta facendo la storia. Perché una cosa del genere è possibile solo grazie all’unione delle competenze del Mercedes-Benz Classic Centre, dell’Archivio Mercedes-Benz Classic e di una solida rete di esperti. Questo affascinante progetto rende tangibile la forza innovativa della nostra azienda, dalle sue origini nel 1886 fino al futuro”. Ha affermato Marcus Breitschwerdt, responsabile Mercedes-Benz Heritage.
In edicola il nuovo Youngclassic di dicembre-gennaio con in copertina tre Alfa rosse dotate del mitico V6 Busso
Quest'anno il Tunnel del Monte Bianco ha compiuto 60 anni: ecco le sfide ingegneristiche necessarie alla sua realizzazione